Fnac passa a Trony
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Alla nostra città, però, tocca un futuro di certo più grigio che altrove. Ed è già il caos in via Roma, per tutti i clienti possessori di carte soci e che hanno pazientemente accumulato i punti con gli acquisti dilazionati nel tempo, a caccia dello sconto. Si tratta di contratti stipulati con Fnac, dunque non è per nulla garantita la loro validità.
La ristrutturazione del punto vendita sarà infatti totale. Fnac non si chiamerà più così, non si sa se venderà gli stessi prodotti di oggi, dalla tecnologiaalla musica, ai libri. Stessa sorte per le carte regalo, almomento inutilizzabili, congelate a data da destinarsi. Con il rischio di perdere tutte le agevolazioni che spettano di diritto ai clienti fidelizzati. che vuole realizzare un affitto maggiore dai 2000 metri quadri in pieno centro. Agli spazi sarebbe interessato un marchio del gruppo Zara, si vocifera Bershka o Pull&Bear, che già nelle passate settimane ha mandato da Fnac alcuni tecnici per valutare la ristrutturazione del locale. Intanto, a novembre, c`è l`udienza dal giudice per lo sfratto di Fnac. Una notizia che certo non ha fatto felice Trony. Mistero sui «tagli» Insomma, un vero e proprio terremoto. Che coinvolge tutti, dai dipendenti (ancora ignari dell`entità degli eventuali tagli al personale) ai clienti. Patrizia Pagano, sindacalista della Uil Tucs, non nasconde la grande apprensione: «In negozio ci mancano gli articoli più banali, dalle chiavette usb ai cd. Siamo sforniti, non facciamo più ordini, i magazzini si stanno svuotando. Per quanto tempo
ancora il pubblico ci darà fiducia? Si vivacchia, dopo anni di lavoro e passione, che i clienti riconoscevano, basta guardare i numeri». Un`attesa di 15 mesi Da 15 mesi, da quando «la proprietà francese ci ha mollati», la vita dei lavoratori Fnac è diventata un`eterna attesa, con l`incubo del licenziamento. In autunno le proteste in piazza, ora il pericolo che Trony, che vanta una struttura con pochissimi ruoli dirigenziali, voglia tagliare soprattutto le professionalità più alte in grado e più costose. Accontentandosi di tenere i venditori. «La new company che nascerà a giugno dalla Dps (il socio di Trony acquirente di Fnac, ndr) e da Orlando non sappiamo se vorrà tenere un negozio dello stesso stile, o se spariranno libri e dischi». Dalle pagine di carta alle lavatrici, il passo potrebbe non essere così lungo. «Ci aspettiamoanche che, dopo gli accordi sociali che prevedono l`assunzione di tutti i 54 lavoratori, Trony ci dica che ne vuole mandare in cassa integrazione un certo numero», puntualizza Cosimo Lavolta. Tutto è incerto, il sogno Fnac, che scricchiola in tutto il mondo, ha iniziato proprio a Torino il suo potente declino.