Firenze mette in vendita le farmacie
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Martedì 14 Novembre 2000 italia - economia Sì della Giunta alla cessione dell’80% di Afam: Una quota riservata ai dipendenti. Firenze mette in vendita le farmacie (NOSTRO SERVIZIO)
FIRENZE. Fa qualche passo avanti il processo di privatizzazione delle municipalizzate toscane, trainato per ora dalle farmacie. Al Comune di Prato, che ha già avviato l’iter per la cessione dell’80% della società farmaceutica, il cui bando sarà pubblicato domani sulla «Gazzetta Ufficiale»(si veda «Il Sole-24 Ore» del 29 settembre), farà seguito la prossima settimana quello di Lucca, pronto a vendere — con la consulenza di Ernst & Young — il 75% dell’Amfa Spa, la società (valutata tra 16 e 22 miliardi) che gestisce cinque farmacie cittadine più una a Bagni di Lucca, conta 38 dipendenti con 14 miliardi di fatturato e un risultato netto di 800 milioni. E nel 2001 sarà la volta di Firenze, la cui giunta ha finalmente deciso, dopo mesi di tentennamenti e polemiche, percorso e tempi da seguire.
Il progetto, messo a punto con la consulenza di Société Générale, prevede la vendita dell’80% dell’Afam (130 dipendenti, un fatturato di 54 miliardi e 1,5 di utile netto), la Spa che raggruppa 21 punti vendita cittadini e gestisce le quattro farmacie di Campi Bisenzio e quella di Calenzano, oltre a svolgere una serie di servizi (come il magazzino) per le farmacie di Scandicci. Considerati gli introiti realizzati da Bologna e Cremona, che ugualmente hanno ceduto il controllo delle farmacie comunali, la giunta fiorentina conta di incassare tra 70 e 100 miliardi, da utilizzare, secondo gli indirizzi del sindaco Leonardo Domenici, per investimenti nelle infrastrutture della mobilità e nei servizi alla terza età. «Contiamo di portare in Consiglio comunale la delibera sulla privatizzazione delle farmacie — spiega l’assessore alle società partecipate, Simone Tani — nel giro di due-tre mesi. La nostra idea è quella di favorire l’azionariato ai dipendenti, per cui una quota sarà con tutta probabilità riservata a loro». Ancora da avviare la discussione con i sindacati, propedeutica alla firma di un accordo che a Prato e Lucca è stato raggiunto con fatica.
Delle privatizzazioni avviate e da avviare sia a livello locale che nazionale si è parlato ieri all’Assindustria di Firenze, nella prima tappa del road show promosso da Confindustria per presentare in tutta Italia i risultati della ricerca su "Privatizzazioni italiane" voluta dal Centro studi e curata da Sergio de Nardis. «Privatizzazioni, liberalizzazioni e sviluppo sono tre temi interconnessi — ha spiegato Enrico Bondi, consigliere per il Centro studi di Confindustria — e altrettante leve per la competitività, indispensabili per dare maggior efficienza al Paese».
Silvia Pieraccini
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