Firenze Expo si dà alle armi
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Firenze Expo si dà alle armi Nuova mostra in vista mentre si pensa di fare un hotel del Palaffari
ILARIA CIUTI
A Firenze non arriverà una nuova mostra di restauri o di arte moderna, ma una mostra di armi. L'idea è della società di gestione del polo espositivo, la Firenze Expo presieduta da Piero Barucci e amministrata da Federico Galdi, almeno fino a quando, a fine anno, si rinnoveranno le cariche. La mostra si ispira a una iniziativa ferrarese intitolata Crimen. Qui da noi, per essere almeno politically correct, si chiamerà Anti Crimen e dovrebbe esser la fiera delle armi da difesa. Una vocazione armigera che sembra tra le poche a far scattare la fantasia di una Firenze Expo che in genere per ora si è limitata ad affittare i locali ad altri. Adesso però si riparla della possibile vendita del Palazzo degli Affari per procurarsi almeno 30 dei 60 miliardi necessari a costruire l'auditorium al posto della Dogana di via Valfonda. Il ghiotto affare sta legato alla trasformazione, una volta cambiata la destinazione d'uso, del Palaffari in albergo. Come si parla anche della possibile entrata in società della Reed, un colosso angloolandese delle manifestazioni fieristiche. In realtà sembra che la Reed non sia in questo momento disponibile allo shopping, dopo avere acquistato il 47% della Fiera di Milano. Ma non è escluso che stipuli con FirenzeExpo un accordo commerciale per trasferirle la gestione di una decina delle 440 fiere che ha in portafoglio. Quanto al Palaffari, gli interessati tacciono, anzi il presidente della Camera di Commercio Luca Mantellassi nega, ma è evidente che un albergo delle fiere e, vista la vicinanza con l'auditorium, anche del Maggio musicale, farebbe gola a molti. Dalla Star Hotel ai Ferragamo. Le grandi manovre per il rinnovo delle cariche sono intanto iniziate: si parla di un'eventuale candidatura ad amministratore dell'attuale direttore di Assindustria fiorentina, Angelo Artale, ma ancora non si sa se ci saranno variazioni nella compagine societaria (per esempio l'ingresso di privati) tali da ridimensionare le ambizioni degli enti e delle categorie.
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