Fincantieri, gli operai occupano la fabbrica
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ROMA - Sale la tensione negli stabilimenti italiani della Fincantieri, dopo la pubblicazione da parte di Repubblica del "piano industriale 2010-2014" in cui si ipotizza la chiusura dei cantieri di Riva Trigoso e di Castellammare di Stabia, il dimezzamento di quello di Sestri Ponente e l´uscita dalla produzione di 2.450 dipendenti in Italia. Uno spostamento dell´asse produttivo verso l´estero, con 900 assunzioni negli Stati Uniti, ma anche nuovi accordi in Brasile, India, Medio Oriente. L´azienda precisa che «ancora nessuna decisione è stata presa», ma in attesa del confronto chiesto immediatamente dai sindacati al governo, istituzioni e lavoratori alzano la voce. Ieri, a difesa dei cantieri è sceso in campo anche il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco. «Genova non deve assolutamente perdere nessuno dei suoi luoghi di lavoro tradizionali. Ho fiducia che il peggio sia scongiurato, spero ci siano segnali in questa direzione». La rsu di Riva Trigoso, 1.200 dipendenti fra diretti e indotto, ha intanto annunciato per oggi l´occupazione della direzione e un´assemblea con sciopero. E lo stesso si dichiarano pronti a fare i lavoratori di Palermo, «anche con azioni clamorose», e di Castellammare.
A Roma, intanto, nel palazzo di Alitalia a Fiumicino si cerca di recuperare produttività e far quadrare conti che, almeno fino ad oggi, non tornano. La strada che l´ad Rocco Sabelli ha deciso di percorrere entro Natale è quella dell´esternalizzazione di una parte dei servizi di terra per un totale di 1.300 lavoratori al netto di possibili esodi volontari (si parla di 200 persone) e degli stagionali. Il piano non prevede uscite per i naviganti.
Secondo i dati in possesso di Repubblica, Alitalia potrebbe cedere il servizio di handling alle società di gestione degli aeroporti di Alghero, Cagliari, Bari, Brindisi e Reggio Calabria. I lavoratori coinvolti da questo cambio di proprietà sono 500. Altri 600 dipendenti hanno i requisiti per poter andare in pensione entro 7 anni e quindi usciranno dal ciclo produttivo in pre-pensionamento. A Roma 60 operatori della logistica-manutenzione di Alitalia, saranno ceduti ad altre società mentre 130 addetti al "tele check-in" di Fiumicino, (il gate rapido per i voli verso Linate) dovrebbero lasciare il loro posto. In quest´ultimo caso, a rimetterci potrebbero essere i lavoratori meno tutelati, ovvero gli stagionali.
Alitalia, da parte sua, non smentisce né conferma l´esistenza di questo piano, che apre una crepa nell´immagine dell´azienda e rimette in moto le polemiche politiche. Ma il ricordo delle fasi drammatiche della privatizzazione di due anni fa, scatena l´ira dell´opposizione. «Se fosse confermata questa notizia sarebbero fondate le nostre preoccupazioni su una privatizzazione gestita malissimo dal governo Berlusconi che ha scaricato 3 miliardi di euro di debiti sulle spalle dei contribuenti» dice il capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta, mentre per il collega di partito Matteo Mauri «la facciata di ottimismo lascia il posto alla realtà, fatta di conti in rosso e di tagli al personale».