Finanziaria, spunta la riapertura del condono 2002

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10 Novembre 2003
LA MAGGIORANZA STUDIA SOLUZIONI UTILI A REPERIRE RISORSE AGGIUNTIVE Finanziaria, spunta la riapertura del condono 2002 Maroni: difenderemo come gendarmi la nostra riforma delle pensioni
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ROMA Un altro anno da condonare. L’ipotesi di estendere al 2002 la sanatoria fiscale è seriamente presa in considerazione. Ancora nulla di ufficiale, molte voci, ma nella maggioranza di centrodestra si sta facendo strada l’idea di decidere una coda al condono sulla quale, naturalmente, dovrà poi pronunciarsi il ministro dell’Economia Giulio Tremonti (e successivamente il Parlamento). L’eventuale estensione al 2002 è venuta a galla, ieri, con alcuni lanci dell’agenzia Adn Kronos. E diverse ore dopo Roberto Salerno, senatore di Alleanza Nazionale, ha dichiarato esplicitamente che «bisognerà ritoccare le norme sull’amianto, sul concordato e sul condono fiscale». Salerno segnala i problemi tecnici esistenti e che spingerebbero alla sanatoria supplementare. Il parlamentare di An sostiene che il condono dovrebbe essere collegato alle nuove disposizioni per il concordato fiscale che scatta dall’anno di imposta 2003». Un altro partito della maggioranza, l’Udc, invece, propone un condono previdenziale. In base alle ipotesi di cui si parla il condono fiscale per il 2002 sarebbe concepito per trovare le risorse necessarie per le modifiche alla legge finanziaria, da oggi in votazione in aula al senato, sollecitate dall’interno della maggioranza che sostiene il governo di Silvio Berlusconi. Enti locali, forze armate e ricerca sono i tre fronti sui quali si sta lavorando per riuscire a recuperare fondi e individuare soluzioni adeguate. Qualcuno si spinge molto avanti, stimando già in un miliardo e mezzo di euro il ricavato dell’eventuale condono per il 2002. Altri sostengono che la sua introduzione non potrebbe avvenire con la sessione di bilancio in corso al senato, ma successivamente, o meglio parallelamente, alla camera. Questo perché è all’esame dei deputati il decreto legge (che ha già ottenuto l’okay di Palazzo Madama) emanato insieme alla presentazione della legge finanziaria per il 2003. Il decreto prevede, fra l’altro, il concordato preventivo e la proroga al 16 marzo 2004 dei termini per l’adesione al condono fiscale, possibile fino al 2001. Con il condono esteso al 2002 i contribuenti non correrebbero rischi di accertamenti in vista dell’entrata in vigore del concordato. L’idea dell’estensione di un altro anno per la sanatoria fiscale sarebbe anche la conseguenza dei tanti dubbi esistenti sul possibile gettito del condono edilizio. A proposito del concordato, Salerno fa presente che devono essere corretti «i termini id adesione portandoli dal 16 marzo al 31 maggio». Una modifica in questo senso era stata approvata dalla commissione bilancio del senato, ma con il maxi emendamento predisposto dal governo e il voto di fiducia è stato ripristinato il testo originario. I condoni, quello fiscale e quello edilizio, e il concordato attirano l’attenzione mentre sta per cominciare la votazione in aula della legge finanziaria: sono 1.900 gli emendamenti presentati dalla maggioranza e dall’opposizione. Il voto finale dei senatori è atteso per venerdì 14 novembre o al più tardi sabato 15. Intanto il Senato dovrebbe esaminare anche la riforma delle pensioni proposta dal ministro del lavoro e delle politiche sociali Roberto Maroni. Proprio ieri, intervenendo all’assemblea federale leghista a Milano, Maroni ha detto che il testo non va assolutamente toccato: «Dobbiamo difendere questa riforma delle pensioni, dobbiamo esserne i gendarmi affinché passi così com’è». Il ministro vuole respingere tutte le sollecitazioni a cambiarla, provenienti dagli stessi partiti della maggioranza (mentre i sindacati sono nettamente contrari): «C’è un tentativo di modificarla tagliando le pensioni di anzianità, non lo permetteremo». Maroni ha rivendicato, parlando di fronte al suo partito, di aver «salvato le pensioni di anzianità» e di aver invece dato «al contempo un duro colpo alle pensioni di invalidità». Il segretario confederale della Cisl Pierpaolo Baretta ha immediatamente replicato al ministro, sostenendo che «la riforma delle pensioni così com’è è sbagliata» perché, secondo lui, «non raggiunge gli obiettivi finali» e inoltre «crea squilibri sociali». Il segretario confederale della Cgil Marigia Maulucci invece fa notare che «il sindacato non può pensare di essere convocato da un militare, è una concezione delle relazioni sindacali che si commenta da sè».
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