Finanziaria, no dei bagnini
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ItaliaOggi (Turismo) Numero 238, pag. 15 del 8/10/2003 di Carlo Russo
Contestato l'aumento delle concessioni demaniali Gli ombrelloni a Roma. La minaccia è del rappresentante dei bagnini italiani, Riccardo Scarselli, che contesta la Finanziaria per gli aumenti sulle concessioni demaniali, quel +300% che per un bagnino-tipo riminese significa passare da 8 a 24 mila euro a metro quadrato. ´Ci spiace per la disattenzione per il contributo che la categoria dà al turismo', sottolinea Scarselli, ´ma un canone aumentato del 300% vuol dire tagliare posti di lavoro, oppure smettere di investire per tre o quattro anni. Si tratta di una vera e propria gabella. Non possono colpire imprenditori che investono su un bene che non sarà mai di proprietà. La prossima estate ci troveremo a discutere del caro-spiaggia e del caro-lettino. Tutto per incassare 180 miliardi di vecchie lire'. La categoria dei bagnini è comunque disponibile a trattare. Ma a condizione che ´si utilizzino le imposte dirette e non tasse indipendenti dal fatto che si guadagni oppure no', chiarisce Scarselli. I bagnini e gli operatori turistici sono quindi sul piede di guerra e la polemica rischia di penalizzare l'impostazione della promozione della prossima stagione turistica. La regione Emilia Romagna ha annunciato che cercherà in ogni modo di tenere fuori bagnini e operatori turistici dal presunto salasso fiscale, anche in considerazione del non esaltante momento che il settore sta attraversando. Dice Walter Verlicchi, responsabile del servizio turismo della regione: ´A nostro modo di vedere il 300% non si riferisce al demanio marittimo, ma ad aree in uso e quindi gli operatori della riviera romagnola non risultano coinvolti. Il comparto in questo momento non riuscirebbe a sostenere una stangata di questo tipo. Inoltre il calcolo viene effettuato sull'estensione della spiaggia, senza tenere conto che una parte di essa è occupata da servizi gratuiti per il bagnante'. Commenta Giorgio Mussoni, presidente di Oasi, l'associazione che rappresenta i bagnini della Confartigianato in Romagna: ´Si corre il rischio che lo sdraio al mare venga a costare più che una camera d'albergo. Le nostre spiagge sono aperte al pubblico e sono un bene pubblico'. L'allarme è stato lanciato pure da Renato Papagni, presidente nazionale della Fiba-Confesercenti, il quale ha ironicamente affermato che ´un aumento del 300% del canone per l'uso delle spiagge e delle aree del demanio marittimo è la sola risposta del governo alle richieste dei balneari di interventi per il rilancio del turismo'. |