Fiat, Marchionne incalza i sindacati "Fabbrica Italia solo se voi responsabili"
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ROMA - Fabbrica Italia non nascerà senza l´accordo con i sindacati. Sergio Marchionne detta le condizioni per l´investimento da 20 miliardi di euro sugli stabilimenti italiani annunciato in aprile. Avviata a soluzione la questione Pomigliano, dove le prime Panda dovrebbero essere prodotte all´inizio del 2012, restano aperti i nodi di Cassino e Mirafiori e rimane da definire anche l´utilizzo dell´ex carrozzeria Bertone acquistata dalla Fiat lo scorso anno. Sul futuro degli stabilimenti la trattativa è iniziata ieri a Roma. Un primo incontro dall´esito interlocutorio che ha solo parzialmente riprodotto le divisioni tra i sindacati registrate in Campania.
Gli uomini di Marchionne hanno chiesto a Fim, Fiom, Uilm e Fismic la disponibilità a realizzare accordi che «garantiscano la governabilità degli stabilimenti». Una formula che evita volutamente di riproporre in modo meccanico lo schema di Pomigliano, anche perché, ha sempre detto il Lingotto, «ogni stabilimento ha una storia a sé».
Che cosa significa garantire la governabilità della fabbrica? Realizzare un patto forte con le principali organizzazioni sindacali in modo da garantire che il tasso fisiologico di conflitto non finisca per mettere in discussione il ritorno degli investimenti. Come si possa raggiungere l´obiettivo senza limitare il diritto degli individui a scioperare e ad avere la malattia pagata è esattamente il nodo della trattativa in corso. Ieri il Lingotto da una parte e la Fiom dall´altra hanno evitato, almeno nei toni, di riprodurre lo schema dello scontro duro che ha caratterizzato l´estate. La Fiat evitando appunto di riproporre in modo automatico le richieste di Pomigliano, la Fiom evitando le accuse a Marchionne di voler attentare ai diritti costituzionali.
Cambiamenti che per il momento restano più nei toni che nella sostanza. Il sindacato di Landini ha infatti ripetuto che «non si possono scambiare le nuove produzioni in arrivo con la diminuzione dei diritti dei lavoratori» e ha continuato a chiedere che la Fiat «si impegni direttamente a dare un futuro a Termini Imerese». Fim, Uilm e Fismic, i firmatari dell´accordo separato di Pomigliano, hanno ritenuto opportuno rimarcare la loro diversità dalla Fiom firmando un comunicato congiunto in cui chiedono «tempi rapidi per far partire il progetto di Fabbrica Italia negli stabilimenti». Le parti si sono lasciate dandosi appuntamento «alla prima occasione» in cui l´arrivo di nuovi modelli renderà necessaria una trattativa nei singoli stabilimenti. Ma è chiaro che prima di allora sarà necessario trovare un accordo-quadro che dia certezze a Marchionne sul futuro dei suoi investimenti italiani. I tempi di quell´accordo dipenderanno ancora una volta da quanto accadrà a Pomigliano nelle prossime settimane. Perché se è vero che il Lingotto non sembra totalmente soddisfatto delle deroghe approvate da Fim, Uilm e Fismic al contratto dei metalmeccanici, allora è possibile che nello stabilimento campano la Fiat faccia partire una newco non iscritta a Federmeccanica con un contratto particolare. Una scelta che finirebbe per far alzare nuovamente la tensione con i sindacati.