6/2/2002 ore: 10:28

Fatto l´accordo sugli statali si ritorna all´articolo 18 Berlusconi spera nel disgelo

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(Del 6/2/2002 Sezione: Economia Pag. 8)
Fatto l?accordo sugli statali si ritorna all?articolo 18 Berlusconi spera nel disgelo
Fini ? riuscito a recuperare la concertazione. Che cosa far? ora Maroni? Sindacati soddisfatti. Fassino: ?Il governo ora torni indietro sui licenziamenti?



ROMA

?Mi sembra che sia andata molto bene. Se servir? al disgelo con Cgil, Cisl e Uil? Me lo auguro? dice Silvio Berlusconi soddisfatto per l?intesa sul contratto del pubblico impiego, il primo vero grande accordo dopo mesi di guerriglia tra il suo governo e i sindacati. Felici anche loro, che portano a casa ci? che volevano, cio? soldi e garanzie normative, senza avere, cos? dicono, ceduto nulla in cambio. ?Gianfranco Fini? aggiunge il premier, ?ha dato un bel contributo?, e anche il vice premier, che ha preso in mano la trattativa su cui pendeva la minaccia di sciopero generale conducendola in porto, non pu? che esser soddisfatto. Tutti felici, meno Cobas e autonomi che non riconoscono l?intesa e annunciano che andranno avanti con gli scioperi. Eppure l?accordo sul pubblico impiego lascia in terra una paio di problemi di non poco conto. Il primo ? tecnico e concreto, ed ? quello delle risorse con cui pagare materialmente gli aumenti promessi ai colletti bianchi dello Stato: oltre 700 milioni di euro, che i sindacati vogliono subito ma che nel bilancio di quest?anno non ci sono. Il secondo ? politico. La regia di Fini ha prodotto un testo che ribadisce il ruolo centrale della concertazione e la prevalenza della contrattazione sulla legislazione, concetti che pi? volte il ministro del Welfare Maroni, appoggiato dall?ala liberista del governo, ha provato a scardinare. E se Fini porta a casa l?accordo, Maroni ? ancora al muro contro muro col sindacato. Dice Gianfranco Fini che ?l?accordo ha un doppio valore, di merito e di metodo. Di merito perch? dimostra la capacit? del governo di tutelare il potere di acquisto delle retribuzioni e nel contempo di premiare i capaci e i meritevoli. Di metodo, perch? dimostra che il dialogo con le parti sociali, se non ci sono pregiudizi politico-ideologici, pu? dare risultati importanti per tutti e consentire una politica riformista e socialmente giusta?. Detto da chi in Consiglio dei ministri si ? battuto per ?togliere centralit? alla mina dell?articolo 18, il messaggio pu? sembrare indirizzato non solo al sindacato, ma anche allo stesso Maroni. Il segretario dei Ds, Piero Fassino, rincara la dose: ?L?accordo segna la sconfitta di quanti avevano decretato la fine della concertazione e del confronto con le parti sociali. Il governo ne tragga insegnamento per le trattative su articolo 18 e pensioni? Da Londra, nel frattempo, Roberto Maroni si limita a spendere solo due parole per commentare l?opera: ?Un ottimo lavoro, speriamo che possa rasserenare il clima e mi auguro che entro pochi giorni si possa riprendere il dialogo col sindacato sulle questioni aperte?. Il sindacato ? disponibile, ma Cgil, Cisl e Uil chiariscono subito che la firma dell?altra notte non ha affatto intaccato la loro secca contrariet? alla riforma dell?articolo 18. ?Ci convochi e ci dica cosa ha in mente? dice a Maroni il leader della Cisl, Savino Pezzotta. Gli chiedono se ? cambiata la linea del governo nel rapporto con il sindacato e lui, ridendo: ?Quando i barbari assediavano Bisanzio, dentro discutevano del sesso degli angeli, poi Bisanzio cadde?. Ride anche Guglielmo Epifani, numero due della Cgil, quando gli chiedono se il sindacato ha trovato in Fini un nuovo negoziatore. Porta la mani sulla bocca, poi sugli occhi e sulle orecchie: non vedo, non sento, non parlo. I sindacati hanno incassato un bel risultato, forse due. Sar? un caso, ma proprio ieri, al Senato, la delega sul lavoro ha perso un pezzo importante, il cosiddetto "arbitrato in equit?", soppresso da un emendamento del relatore, e che insieme alla modifica dell?articolo 18 era il punto di principale contrasto con i sindacati. Molto pi? cauti i commenti che giungono dall?ala liberista del governo. Antonio Marzano, per esempio, non pu? fare a meno di sottolineare ?l?impegno finanziario fortissimo cui andr? incontro lo Stato?, che lui interpreta ?come un segno di attenzione per i sindacati che dovrebbero dimostrare la stessa disponibilit? del governo al dialogo sul resto delle questioni sociali, a partire dall?articolo 18?. O il leghista Giancarlo Giorgetti, che spara contro chi vuole accantonarlo. Anzi, dice, ?dovremmo applicarlo pure ai dipendenti pubblici?. Perplesso per l?onere del nuovo contratto ? anche il presidente della Confindustria, Antonio D?Amato. Mai, per?, quanto Giulio Tremonti: ?il contratto esclude il contrasto sociale?, ma i soldi per gli aumenti, dice, ci saranno solo ?nella prossima finanziaria?. Il sindacato torna ad agitarsi: ?non ci credo, ma se ? cos? scioperiamo? dice Epifani. Eppure il problema c??: Fini ha dato le garanzie, ma Giuseppe Vegas, che nella trattativa ha rappresentato il Tesoro, ha subito chiarito che non era il caso di apportare una simile variazione al bilancio vigente. Al sindacato, da dove vengano i soldi non interessa: ?se la vedr? Tremonti con Fini e Berlusconi?.
Mario Sensini
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