Extracomunitari, il governo decide chi può mettersi in regola

Fini tenta una mediazione nella maggioranza. Buttiglione alla Lega: no agli atteggiamenti da bulli
Extracomunitari, il governo decide chi può mettersi in regola
ROMA - Si decide stamattina, a Palazzo Chigi, quanto ampia dovrà essere la «regolarizzazione» degli extracomunitari che lavorano in Italia senza permesso di soggiorno. Il vicepremier Fini ha convocato i ministri Bossi, Tremonti e Giovanardi per tentare una mediazione tra le due anime della maggioranza: il Biancofiore, che offre la mano tesa a tutti i clandestini impiegati in nero, in contrasto con la Lega e una parte di An che invece invocano la linea dura. Il ministro Buttiglione (Cdu), intanto, se la prende con la Lega: «Non accettiamo atteggiamenti un po’ da bulli». Lo stallo politico, però, continua a bloccare il decreto flussi per il 2002, con crescente disappunto delle organizzazioni degli imprenditori. In Veneto (13 mila «prenotazioni»), industriali e agricoltori hanno definito una «beffa» la circolare del ministro Maroni (Welfare) che ha dichiarato nulle tutte le domande presentate. Il ministro Giovanardi (Ccd) sostiene che l’accordo c’è e rispecchia l’intesa raggiunta con la Lega prima di Natale: regolarizzazione per le colf («Solo nel Triveneto sono 22 mila») grazie a una modifica del ddl Fini-Bossi ed emersione del sommerso in agricoltura e nell’industria con un provvedimento affidato al ministro dell’Economia, Tremonti. Ma gli scogli da superare sono tanti: i clandestini che assistono gli anziani nelle case di riposo, i minorenni (espulsi quando compiono 18 anni), la «legge ponte» per gli stagionali agricoli. Il ministro Scajola (Interno), infine, ha incontrato il collega Martino (Difesa) che però ha confermato alcune riserve sull’impiego della Marina Militare contro gli scafisti.
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