21/10/2003 ore: 9:44
Epifani: una delle crisi peggiori
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martedì 21 ottobre 2003 | |
Pagina 7 - Economia |
LE REAZIONI Epifani: una delle crisi peggiori D´Amato: riforme, non scioperi
Confindustria: poco coraggio e rapidità da parte dell´esecutivo. Se il 2003 non chiuderà in miglioramento, il 2004 sarà ancora negativo
Il «là» alle polemiche, sui dati Istat, arriva dalla Confindustria. «Il governo non è stato sufficientemente coraggioso e rapido - ha detto commentando i dati il vicepresidente Guidi - se non ci saranno mutamenti nel prossimo quadrimestre il 2004 non andrà meglio». Per uscirne dalla crisi, secondo gli imprenditori, c´è un´unica via: «reagire seriamente con riforme strutturali» realizzate però - chiede il leader D´Amato - alla tedesca, senza proteste. «Non come in Italia, dove, ancora oggi assistiamo a scioperi generali su una riforma delle pensioni che è necessaria per garantire equità generazionale e dare prospettive ai giovani». Parole - quelle di D´Amato - che hanno subito alzato il livello dello scontro con il sindacato. Mentre Epifani, leader della Cgil si è limitato a far notare come «il paese stia attraversando una delle crisi economiche peggiori degli ultimi anni» la Fiom, ha respinto l´accusa al mittente. «La recessione industriale non è figlia del destino - ha detto Cremaschi - ma ha almeno tre precisi responsabili. E´ colpa della Confindustria che in questi anni ha rappresentato un sistema di imprese che non ha avuto voglia di investire preferendo speculare. E´ colpa del governo, che ha scelto di attaccare il costo del lavoro con la flessibilità e la precarietà. E´ colpa della Bce che, con l´abnorme valutazione dell´euro sul dollaro, sta portando tutta l´Europa in stagnazione e recessione». Non meno drastica la valutazione dei Ds. «Siamo in uno stato di stagnazione produttiva tendente alla recessione, che ci portiamo dietro senza uno straccio di politica economica, finanziaria e industriale, in grado di affrontare il problema» ha detto Fassino «o si cambiano gli indirizzi di politica economica o non se ne esce. Il governo prenda atto del suo fallimento e cambi indirizzo, perché perseverare su una politica che riduce i margini di crescita e sviluppo del paese è una responsabilità che nessun governante può prendersi». Non solo: «se l´Italia cresce meno degli altri paesi - ha accusato il leader dei diessini - è per una variabile negativa che si chiama Tremonti». Accuse frontali cui il governo ha risposto tramite il sottosegretario alle Attività produttive Valducci: «Siamo in un periodo economicamente complesso e difficile ormai da almeno 3 anni - ha ammesso - ma forse ad agosto le cifre risultano eccessive a causa del periodo feriale e della stagionalità particolare». Le cause della crisi «sono legate a un nuovo scenario economico internazionale nel quale ormai sono entrati paesi che fino a pochi anni avevano un livello di export molto basso». La Cina certo, ma anche l´India. |