Epifani all’attacco Cisl e Uil invece no
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Questa manovra non è equa. Il grosso dei sacrifici lo si chiede sempre ai lavoratori, pubblici e privati». E’ duro il giudizio del segretario generale Cgil, Guglielmo Epifani, appena uscito dall’incontro con il governo a Palazzo Chigi. «Non c’è nessuna misura che da sostegno a occupazione e investimenti — continua - la manovra va cambiata in Parlamento».
Il segretario generale della Cgil ha poi risposto a una domanda del Tg3, sulla possibilità che venga indetto uno sciopero generale: «Prima leggiamo bene il provvedimento, domani valuteremo e decideremo le iniziative da prendere», ha risposto. E proprio mentre pronunciava queste parole, a tutte le redazioni arrivava un invito ad una conferenza stampa, indetta per oggi a Corso d’Italia: probabilmente in questa occasione la Cgil declinerà le sue critiche alla manovra, e annuncerà le iniziative di mobilitazione.
«La mia critica non è all’esigenza della manovra, ma a come viene fatta — ha poi proseguito Epifani — Se io guadagnassi un milione di euro l’anno, non darei neanche un centesimo per il risanamento della finanza pubblica. Se fossi un infermiere o un dipendente Fiat darei il mio contributo. C’è un problema: c’è una parte del Paese che può di più e a cui non viene chiesto niente. Se in Francia e in Germania i sacrifici vengono chiesti a tutti, in Italia si concentrano soltanto su alcuni».
Si confermano le divisioni nel sindacato: ieri Epifani ha lasciato Palazzo Chigi, mentre Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti tenevano una conferenza stampa «separata» (sì, come gli accordi). Tra l’altro, nel corso di tutto l’incontro con il governo, Epifani aveva sempre taciuto (a parte una domanda sulle pensioni al ministro Sacconi), mentre i due leader di Cisl e Uil erano intervenuti, Bonanni ha detto di lasciare il giudizio in «standby», in attesa del testo. Poi ha aggiunto:
«Dal governo sono arrivate le prime risposte: ma si deve agire pure su chi ha di più e sui costi della politica. E dare una risposta ai precari pubblici e della scuola», Stessi concetti da Angeletti.
Annuncia battaglia il neonato Usb, unione dei sindacati di base, che ricorda tutte le sue prossime iniziative di lotta: «Usb, non cade nella trappola della complicità come gli altri sindacati — spiega Fabrizio Tomaselli — e non può che confermare tutte le mobilitazioni e gli scioperi già decisi nel Congresso che si è concluso domenica, a partire dalla manifestazione nazionale indetta a Roma per il 5 giugno: contro chi ha provocato la crisi e tenta di uscirne attraverso questa finanziaria-massacro.
Positivo il primo commento della presidente degli industriali, Emma Marcegaglia, che domani parlerà al1’Auditorium di Roma in occasione dell’Assemblea del centenario di Confindusfria (e sarà anche la sua relazione di mid-terrn): «Se la manovra va in direzione di correzioni serie e strutturate e dà risposte nel supportare la produttività, allora è positiva», ha spiegato. «il costo del lavoro per unità di prodotto e la spesa pubblica sono cresciuti troppo: la manovra è necessaria perché si sono acuiti due problemi: la crisi greca e l’attacco all’euro».