6/5/2010 ore: 11:45

E sulle minacce al ministro la solidarietà di sindacati e governo

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RIMINI — La minaccia arriva con un testo di poche righe, che per una combinazione di omesso controllo e problemi tecnici appare per pochi minuti nei commenti dei lettori al congresso Cgil sul sito del «Corriere»: «Per quanto riguarda lei, caro ministro, meriterebbe la fine che ha fatto Biagi». Parole rivolte al responsabile del Welfare Maurizio Sacconi. Immediatamente il messaggio viene tolto con le scuse della direzione per l’inqualificabile errore.
La minaccia «non mi stupisce», commenta il ministro, che spesso, ricordando la morte di Marco Biagi, invita a evitare linguaggi violenti. Così Sacconi ribadisce: «Le ricorrenti letture allarmistiche e ideologizzate circa una presunta volontà di distruggere i diritti nel lavoro da parte del governo come della Cisl e della Uil possono condurre menti deboli a questo tipo di conclusioni per taluni auspicate e, Dio non voglia, per altri più volitivamente procurate». Nessun «atteggiamento vittimista. Ribadisco tuttavia l'invito alla sinistra politica e sociale ad interpretazioni meno faziose delle posizioni altrui». La solidarietà è immediata da parte dei colleghi di governo, dal ministro dell’Istruzione Maristella Gelmini a Altero Matteoli. Arriva anche quella di Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello. Ma arriva subito anche la condanna dei sindacati, dalla Uil alla Cisl, all’Ugl. Ferme le parole della Cgil: «Folli e stupide» minacce. «Non sono che farneticazioni provocatorie di un irresponsabile verso le quali non si può che esprimere una ferma e ovvia condanna. Al ministro va la solidarietà della Cgil», si legge nella nota della segreteria. Un messaggio, quello che ha preso di mira Sacconi, arrivato mentre alcune ore prima al congresso si registravano i fischi rivolti allo stesso ministro, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta e ai leader di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. «È un comportamento che non approvo e che la Cgil non approva perché denota una mancanza di riguardo verso gli ospiti che abbiamo invitato. Mi sono già scusato con Bonanni e Angeletti. Sto cercando il ministro Sacconi e gli altri che sono stati fischiati. Mi scuserò ancora dal palco», ci tiene a chiarire il leader Cgil, Guglielmo Epifani.

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