È scontro aperto sul rilancio del turismo

martedì 21 settembre 2004
sezione: ECONOMIA ITALIANA - pag: 13
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Alla Conferenza nazionale di Genova divisioni tra Governo, Enti locali e imprenditori sulle ricette da seguire È scontro aperto sul rilancio del turismo
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Marzano vuole ripristinare la direzione generale per il settore mentre le Regioni puntano sulla cabina di regia
DAL NOSTRO INVIATO VINCENZO CHIERCHIA
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GENOVA • È scontro aperto tra Regioni e Governo sul rilancio dell’industria turistica italiana, dopo la debacle della stagione 2004. Il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, ha annunciato di aver chiesto uno stanziamento di 50 milioni di euro per rilanciare l’ente di promozione sui mercati esteri, l’Enit, già a partire dalla prossima Finanziaria. L’Italia quest’anno è stata maglia nera in Europa per gli investimenti nella promozione all’estero in campo turistico, pur avendo subito — nel 2002 e nel 2003 — una flessione degli arrivi d’oltrefrontiera superiore complessivamente al 6 per cento. Marzano ha anche sottolineato che si profila il rilancio della Direzione generale del turismo, funzione abolita nell’ambito del progetto di riordino del ministero Attività produttive, che ha già ricevuto un primo via libera da parte del Governo.
Le Regioni — dal parterre della Conferenza nazionale sul turismo in corso a Genova, alla quale interverrà oggi il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi — invece puntano su una cabina di regia nazionale in seno alla Presidenza del Consiglio e con un ruolo forte delle amministrazioni e delle imprese, come s ostenuto da Gianni Plinio, vicepresidente della Liguria e coordinatore nazionale degli assessori regionali al Turismo.
Plinio, nel ribadire l’assoluta opposizione delle Regioni alla ricostituzione del ministero, ha ribadito anche la posizione avversa delle amministrazioni nei confronti di una Agenzia nazionale di promozione turistica che nasca su base privatistica e con il contributo determinante di Sviluppo Italia, secondo il progetto caldeggiato dal ministero dell’Economia.
Come ha sostenuto Plinio, è fondamentale il varo della riforma dell’Enit in tempi brevissimi trasformando l’ente in uno strumento flessibile, aperto appunto all’apporto determinante di Regioni e rappresentanze delle imprese, che lavori a stretto contatto con ambasciate e Ice. Inoltre, è stato denunciato il decurtamento dei fondi per i sistemi turistici locali (da 79 milioni del 2003 a 36 milioni del 2004).
Sul rilancio urgente dell’Enit si sono detti d’accordo i rappresentanti delle imprese, da Costanzo Jannotti Pecci (presidente Federturismo-Confindustria) a Bernabò Bocca (Confturismo-Confcommercio) e Claudio Albonetti (AssoturismoConfesercenti).
Il sottosegretario alle Attività produttive, Giuseppe Galati, ha ribattuto che sono già pronti 60 milioni di euro per incentivare la promozione delle Pmi turistiche, mentre sono già operativi altri 30 milioni per le attività di formazione. Nicola Bono, sottosegretario ai Beni culturali, ha contestato «l’anarchia di ticket» nelle città. Plinio e Albonetti hanno convenuto sulla opportunità di far ripartire l’anno scolastico dal 1 ottobre per allungare la stagione turistica. E al riguardo un progetto ad hoc è all’esame del coordiamento delle Regioni. Il viceministro Adolfo Urso ha rilanciato dal canto suo l’idea di una Agenzia nazionale turistica che conti su fondi permanenti ed ha riproprosto la costituzione di un fondo per il turismo alimentato dalle entrate di nuove case da gioco da aprire con il consenso delle Regioni.
Insomma, un quadro composito di proposte a volte in contrasto tra loro, mentre infuria la polemica da parte degli operatori. «L’estate è stata un disastro, la più difficile da 10 anni — commenta Bocca —. Solo in termini di clientela tedesca abbiamo perso almeno 3,5 milioni di presenze dal 2000 a oggi e quest’anno sono stati 2 milioni in meno (-17,8%), pari a 300 milioni di euro. Gli alberghi hanno subito un calo del 3,4 per cento. Montagna e mare accusano perdite del 9,8% e del 5,3%, con una flessione del 6,2% dei clienti italiani».
Di fronte a una vistosa perdita di competitività del Paese, gli imprenditori, e anche le Regioni, lamentano il pesante fardello del divario fiscale che penalizza l’Italia e lanciano l’allarme al Governo: in Italia l’Iva turistica è al 10% a fonte dell’8% della Grecia, del 7% della Spagna, del 5,5% della Francia e del 5% del Portogallo. E il ministro Scajola ha promesso l’impegno del Governo sul fronte fiscale. Ma Enrico Letta, responsabile economico della Margherita, ha contestato duramente i ritardi e le inefficienze accumulate dal Governo, definendo quella di Genova «una conferenza da parata».
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