E nella Cgil ritorna l´area riformista

(Del 11/10/2002 Sezione: Interni Pag. 7) retroscena Roberto Giovannini
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LE DIVISIONI NELLA QUERCIA SI RIPERCUOTONO NEL SINDACATO |
E nella Cgil ritorna l´area riformista |
La guida il milanese Panzeri: il sindacato non è il «correntone» Ds |
ROMA LA guerra che si è scatenata nei Ds non poteva non avere ripercussioni nella Cgil. E così, voci e indiscrezioni di questi giorni hanno rilanciato una notizia: la possibilità di un´iniziativa politica organizzata, all´interno del sindacato, dei sindacalisti che politicamente fanno riferimento alle posizioni «riformiste», nella versione dalemiana o in quella, più soft, fassiniana. Si tratta di un gruppo di dirigenti - i più importanti sono il segretario della Camera del Lavoro di Milano Antonio Panzeri e il presidente dell´Ires, Agostino Megale - che tuttavia fanno parte della «maggioranza» congressuale che a Rimini ha appoggiato Cofferati ed Epifani. Si è parlato così addirittura della imminente nascita di una «area programmatica» dei riformisti (questi i termini statutari con cui in Cgil si organizzano le correnti interne). Oppure, della nascita di una corrente vera e propria. Oppure ancora, di iniziative coordinate, come il lancio di un «manifesto politico» o la preparazione di un convegno. I diretti interessati, però, interpellati negano: è troppo presto, per ora non c´è nulla di organizzato o di deciso, adesso bisogna pensare solo al successo dello sciopero generale del 18. Tra tante incertezze una cosa già decisa però c´è: non ci sarà nessuna «componente riformista» in Cgil. Certo è che il travaglio della Quercia pesa anche sulle vicende di Corso d´Italia. Tutto si sarebbe aspettato, Guglielmo Epifani, salvo che al suo appello ai partiti dell´Ulivo affinché sostenesserp lo sciopero generale si rispondesse con la lettera dei parlamentari «dalemiani» - poi più o meno rientrata, nel corso di un mercoledì «tempestoso» - con la quale si invita invece la Cgil a revocare lo sciopero. Una coltellata alla schiena, dicono i collaboratori del nuovo segretario generale, che tra mille difficoltà sta comunque cercando di creare le premesse perché dopo lo sciopero generale del 18 i rapporti tra la Cgil e Cisl-Uil possano tornare a livelli se non altro accettabili. E l´iniziativa dei dalemiani ha creato grandissimo imbarazzo anche al gruppo di sindacalisti Cgil «riformisti», che in queste ore stanno decidendo le loro mosse future. Panzeri e Megale, durante l´ultima fase della segreteria Cofferati, sono stati tra i pochi a manifestare (con grandissima cautela ed accuratamente evitando ogni incidente serio) perplessità ed obiezioni sulla strategia messa in atto dall´attuale quadro della Pirelli, e appoggiata incondizionatamente dal suo successore. Perplessità che hanno riguardato sostanzialmente tre temi: i rapporti tra partito e sindacato, i rapporti tra la Cgil e le altre organizzazioni sindacali, alcune scelte di merito di linea sindacale (flessibilità, modelli della contrattazione). In primo luogo, l´intervento della Cgil nella battaglia congressuale della Quercia, con il sostegno (più politico che organizzativo) al «correntone», e una linea giudicata inutilmente e aprioristicamente conflittuale nei confronti dei vertici del Botteghino. In secondo luogo, l´unità con Cisl e Uil: Panzeri e Megale non contestano affatto la scelta di respingere il «Patto per l´Italia», però avvertono una scarsa attenzione all´esigenza (fondamentale anche per la Cgil) di fare i conti con altre culture sindacali (prima) e di riprendere il cammino verso l´unità d´azione (poi) delle centrali sindacali confederali. Infine, l´articolazione del modello negoziale e il rapporto tra i due livelli contrattuali. Perplessità spesso solo adombrate; ma è bastata anche l´ombra della perplessità per provocare una rottura aperta tra Cofferati e Panzeri. Con l´arrivo al vertice Cgil di Guglielmo Epifani, evidentemente la riflessione dei sindacalisti «riformisti» ha subìto un´accelerazione. Qualcosa si intende fare, ma per adesso l´unica cosa certa è che non verrà costituita una corrente organizzata in Cgil. Va detto che i «riformisti» hanno criticato duramente l´invito dei deputati dalemiani a revocare lo sciopero. Epifani sa, e anche se non appare allarmato certamente non gradisce: ai suoi, il neosegretario confida di leggere questo attivismo soltanto come un mero riflesso dell´offensiva di D´Alema contro il correntone. Ieri Panzeri, in qualità di segretario della Cgil milanese ha animato l´assemblea organizzata alla Pirelli per illustrare lo sciopero generale del 18. «Riconfermiamo lo sciopero senza alcuna esitazione - ha detto Panzeri - i fatti stanno dando ragione a tutte le nostre analisi e certe richieste di ripensamento sentite qua e là sono da considerarsi del tutto inopportune e sbagliate». Ad ascoltarlo, in platea, c´era anche un attentissimo Sergio Cofferati. |
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