4/10/2007 ore: 10:23
E finalmente Padoa-Schioppa va all’attacco
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Pagina 3 - Economia BACCHETTATE Ha affondato come una lama tagliente nel burro. Nell’aula del Senato, dove si è avviato l’iter parlamentare della Finanziaria, Tommaso Padoa-Schioppa ha colpito (e affondato) l’opposizione, e si è messo in trincea in difesa della sua Finanziaria «per lo sviluppo, per l’equità, per il nostro futuro». Una manovra che pensa ai più deboli, non al consenso immediato. Il ministro ha auspicato che venga varata senza il voto di fiducia. E soprattutto che anche il collegato sul welfare venga approvato entro il 31 dicembre. Ieri il ministro ne ha parlato anche con Prodi in una colazione di lavoro insieme a Cesare damiano. Che ha confermato l’intenzione del governo di tradurre in norme il protocollo siglato. In Seanato l’opposizione ha lanciato qualche fischio (quando si è parlato di evasione) e qualche brusio, ma alla fine il ministro è uscito accompagnato da un lungo applauso. Mentre parlava l’Istat certificava i buoni risultati del risanamento nel primo semestre dell’anno: il rapporto deficit/Pil è sceso dal 2,8% all’1,9, l’avanzo primario ha toccato il 2% 8record dal 2000) nel secondo trimestre e il 3% nell’intero periodo, le entrate sono aumentate di oltre il 5% mentre la spesa si è fermata all’1,1%. Subito dopo l’intervento in Aula, è l’agenzia Sandard&Poor’s a confermare il rating del Paese, anche se avanza qualche dubbio sull’obiettivo di far scendere il debito sotto il 100% del Pil entro il 2010. Ma è proprio sul debito che Padoa-Schioppa lancia il suo primo fendente. L’obiettivo è dimezzare il debito. «Oggi saremmo già a metà strada se la legislatura passata avesse continuato lo sforzo della precedente», attacca il ministro. Il debito è di 1.600 miliardi di euro, «che ci obbligano a reperire 70 miliardi l’anno per gli interessi: 1.200 euro all’anno in media in testa a ogni italiano, neonati compresi». La cifra è un colpo al cuore. Così come una raffica di accuse si scatena sul governo precedente. «La scorsa legislatura si aprì con promesse mirabolanti - dice davanti a un’opposizione in tumulto - ma si concluse con la scomparsa dell’avanzo primario, la risalita del debito, l’incoraggiamento aperto alle’vasione fiscale (buhh dall’aula, ndr), il sacrificio degli investimenti in infrastrutture in favore della spesa corrente, l’ingresso in una pericolosa procedura di infrazione nelle regole europee». Un quadretto catastrofico dell’era di Berlusconi. A cui il ministro manda un altro messaggio cifrato. «Occorre saperlo - dichiara - e dirlo con chiarezza: chi promette la colla a presa rapida, ricette immediate miracolose, se è in buona fede sta ingannando se stesso. E comunque inganna il suo prossimo. La prova l’abbiamo fatta molto di recente». Per cambiare l’Italia ci vuole tempo: si procede a piccoli passi. Esistono due anomalie da sconfiggere: il debito e l’evasione. «La manovra attuale è soprattutto sforzo degli italiani che hanno ripreso a pagare le tasse - dichiara - Di tutto questo voglio qui ringraziarli». La ricetta per il 2008 destinata alle famiglie - che ingloba decreto, manovra e collegati - si concentra sull’aiuto ai più deboli e sun un intervento strutturale sulla casa. Per lo sviluppo si punta alla riforma della tassazione sulle imprese e al rifinanziamento delle infrastruutre. Un capitolo che viene finanziato (attraverso vari stanziamenti) per circa 35 miliardi. Il ministro si sofferma sulle misure per l’equità. Per gli oltre 10 milioni di persone sotto la soglia di reddito imponibile (incapienti) il decreto stanzia un bonus pari a 150 euro per contribuente, che si moltiplica in base al numero di familiari a carico (300 con il coniuge, 450 con un figlio). Si introduce il congedo di maternità e parentela nei casi di adozione e affidamento, effettuando una completa equiparazione a quanto previsto per figli biologici; vengono estesi i benefici riconosciuti alle vittime del terrorismo anche alle vittime del crimine e ai loro familiari; prosegue la politica di contrasto alla violenza delle donne e viene aumentato il fondo per l’inclusione degli immigrati. Padoa-Schioppa replica infine all’accusa di manovra elettoralistica. «Di solito vuol dire spendere senza guardare all’equilibrio dei conti - dichiara - È l’esatto contrario di quanto stiamo facendo: conti in ordine, investimenti per la crescita. Se però vuol dire che risponde alle richieste dei cittadini, allora sì, mi sta bene l’etichetta». Intanto resta alta la polemica sull’Ici. L’Anci ricorda che avrebbe preferito un’altra misura. Quanto agli estimi catastali che alcuni stanno rivedendo, il sottosegretario Alfiero Grandi puntualizza: quella revisione è stata disposta dal governo di centro-destra. Quanto alle altre specifiche misure della manovra, è arrivata anche quella di Paolo Gentiloni sulle Tv digitali.(ripreso da una proposta di Michele Meta). Fino alla fine dell’anno si potrà godere della detrazione di 200 euro decisa l’anno scorso. Nel 2008 i produttori dovranno avvisare gli acquirenti sulla tecnologia dei televisori in vendita. |