Martedì 2 Gennaio 2001 italia - economia Bilancio magro per il commercio elettronico dopo le grandi attese sugli acquisti di Natale: a livelli record le giacenze di magazzino Vendite online, è boom solo per i saldi. Numerosi siti italiani giocano la carta delle liquidazioni di fine serie. Il mercato si fa selettivo mentre le imprese si riorganizzano MILANO. Il momento della verità è arrivato. E non è stato dei più gradevoli. Secondo le aspettative accreditate da esperti e analisti di mezzo mondo abbagliati dall’eccitazione collettiva della new economy, le festività del 2000 avrebbero dovuto celebrare il trionfo del commercio elettronico.
Ma così non è stato, almeno secondo i primi consuntivi circolati proprio sul Web. Anzi, l’unico boom delle vendite elettroniche 2000 sembra proprio sia risultato quello dell’esordio in grande stile dei «saldi online» resi appunto obbligati dalle forti giacenze accumulate.
Questo non significa che il giro d’affari complessivo non sia stato significativo (secondo gli analisti di Jupiter i 31 milioni di "cybernauti" europei hanno concentrato nelle feste un terzo dello shopping online dell’intero 2000), ma quello che sta emergendo con grande chiarezza è la forte selettività del mercato rispetto ai diversi siti. Ad esempio Yahoo! ha dichiarato vendite raddoppiate rispetto al ’99. Per la maggior parte dei siti è invece scattato il fenomeno che viene definito del "window shopping" (quello che fa chi guarda le vetrine senza comprare). In pratica i frequentatori del web "cliccano" su Internet, ma corrono a comprare nei "vecchi" negozi.
E anche i siti italiani non sono sfuggiti a questa regola. Non per niente i saldi iniziano a far breccia sul Web.
Pochi esempi bastano a fotografare il fenomeno: Giacomelli sport riserva una pagina del sito ai prodotti «fine serie», tra cui scarpe e maglie per il fitness scontate rispettivamente del 58 e del 39 per cento.
Dallo sport all’hi tech: anche Media world riserva una pagina del sito ai «prodotti in promozione», dalle web cam e ai personal computer passando per agli scanner e le stampanti. Peck e Cosmix sembrano per adesso non essere ancora caduti nella tentazione delle liquidazioni.
Altra strada quella scelta da Tuttosaldi.com, il sito italiano che sarà attivo a fine mese con l’obiettivo di fornire ai navigatori un elenco dei negozi tradizionali — non virtuali — che praticano saldi per ogni categoria merceologica. Il sito sarà riservato inizialmente agli esercizi commerciali romani, per estendersi poi ad altre piazze.
Insomma, sembra proprio di capire che nemmeno Babbo Natale abbia portato fortuna all’e-commerce: le vendite sono state sottotono. Secondo le rilevazioni raccolte da Media Metrix (la maggior società specializzata nelle statistiche su Internet) il traffico dei siti dedicati allo shopping online, nella settimana conclusasi il 24 dicembre, è infatti diminuito del 10,9% rispetto ai picchi stagionali.
Insomma, passato Natale sembra davvero tirare aria di crisi presso le vetrine del Web, decisamente meno affollate di quanto si potesse supporre. E sono così spuntati in tutto il mondo i "supersaldi": giocattoli scontati del 75%, prodotti in regalo al di sopra di una soglia minima di spesa.
Secondo la società di ricerca BizRate.com, a dicembre l’incremento delle vendite è stato ben al di sotto del tasso di aumento atteso.
Ma non basta. Un sondaggio condotto dalla Cbs evidenzia addirittura un decremento: soltanto il 33% dei 1.048 intervistati ha infatti dichiarato di aver utilizzato la Rete per il proprio shopping natalizio, percentuale che nel ’99 era stata pari al 35 per cento.
La crisi dei web store non è del resto una novità: molti negozi virtuali, (da Garden.com a Mothernature.com, da Forniture.com a Living.com), non hanno infatti mangiato il panettone. E altri ancora, secondo Anthony Noto, ricercatore della Goldman Sachs, potrebbero essere prossimi al fallimento. Tra i nomi citati la famosa Toys.com (giocattoli), Vitaminshoppe.com (integratori alimentari), PlanetRX.com (casalinghi, farmaci da banco e cura della persona), Egghead.com (articoli per ufficio).
E la crisi si fa tangibile. Basta navigare pochi minuti per scoprire presso i principali indirizzi di shopping, all’indomani delle festività natalizie, "clearance center": ovvero sconti e saldi sulle rimanenze di magazzino. PlanetRX.com promette infatti due prodotti in omaggio ogni 25 dollari di spesa, cinque se si raggiungono i 100 dollari. Da Toys.com, un banner offre sconti fino al 75% su giocattoli, libri, video games, software e quant’altro. Egghead.com, solo per una settimana, assicura spedizioni gratuite su una larga selezione di articoli.
Ma le occasioni non mancano anche su altri siti arcinoti. Sempre dedicati ai bambini Kbkids.com e Smartekids.com, dove scovare sticker Pokemon, Barbie e monopattini "Harley Davidson" a prezzi stracciati. Gli uomini potranno approfittare delle interessanti le proposte di BrooksBrothers.com, che presentano sconti sulle proprie famose camicie dal 20 al 60 per cento. Sempre per quanto riguarda l’abbigliamento, i saldi sono già iniziati anche da Gap.com, dove un girocollo in cashmere da donna costa ora 99,99 anziché 175 dollari. Da Barnes&Nobles invece si trovano calendari al 50% e sconti consistenti anche su libri e Cd.
Alla nuova "moda" dei saldi online non rinuncia neppure il pioniere del commercio elettronico: Amazon, dove si trovano per esempio anche binocoli a prezzi ridotti del 40 per cento.
Insomma, le ricerche sul campo sembrano confermare lo stesso fenomeno. Una ricerca di Jupiter ha messo in evidenza come il 36% della popolazione europea che naviga online abbia utilizzato Internet solo per individuare i regali natalizi per poi recarsi direttamente nei negozi tradizionali per effettuare gli acquisti.
«I negozianti tradizionali non possono ignorare l’influenza crescente che Internet ha sul modo in cui la gente spende off-line. Mentre i negozi presenti solo su Internet non possono trarre vantaggio dai "window shoppers", i rivenditori tradizionali possono incoraggiare gli "internauti" ad effettuare gli acquisti nei loro negozi attraverso il coordinamento delle loro proposte online e off-line» dice ad esempio Nick Jones, di Jupiter.
I rivenditori tradizionali possono quindi trarre vantaggio dall’Internet off-line. «Nonostante l’apertura, nell’arco di quest’anno, di numerosi negozi online da parte di rivenditori tradizionali — spiega ancora Jones — l’integrazione tra il sito e il negozio è ancora povera in alcune aree chiave. Spesso non è possibile individuare online l’articolo che interessa e verificarne la disponibilità nel negozio più vicino, elemento indispensabile negli acquisti natalizi dell’ultimo minuto. Inoltre, le procedure per la restituzione di acquisti effettuati online può essere specificata chiaramente sul sito, ma messa in pratica in maniera poco efficace dai commessi del negozio».
La sicurezza in termini di pagamento e informazioni personali su Internet rimane un ostacolo fondamentale per coloro che non hanno mai fatto acquisti online. I commercianti devono inoltre trasmettere la sensazione che i prezzi non siano sempre migliori online. «Il periodo dopo Natale è sempre pessimo per i rivenditori. I negozi online, sia tradizionali sia "pure-play", devono puntare — conclude Jones — su questi navigatori. È indispensabile proporre incentivi in grado di stimolare il cliente a completare l’acquisto. I negozianti tradizionali potrebbero anche utilizzare promozioni sul sito per incoraggiare gli acquisti nel negozio reale».
Giancarlo Ricci Franco Vergnano
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