8/5/2007 ore: 9:50
Ds, Prodi, Cgil: tris nero per Rutelli
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Pagina 10 - Politica Ds, Prodi, Cgil tris nero per Rutelli I sospetti nella Margherita ROMA In pubblico ha contenuto l’arrabbiatura nei limiti del dovuto: «L’Ici è una tassazione percepita dai ceti bassi come odiosa. Chi ha un reddito alto non se ne accorge nemmeno, e dunque non facciamo l’errore di immaginare che chi ha la casa sono i ricchi». In privato, invece, Francesco Rutelli c’è andato giù assai più duro: «La riduzione dell’Ici Prodi l’ha promessa agli italiani e al Parlamento nel discorso col quale ha chiesto l’ultima fiducia, raccogliendo - se non l’unico - certo l’applauso più convinto. Ora - ha spiegato agli uomini del suo staff - non possiamo fare marcia indietro perchè rischiamo di passare per bugiardi. In più, ci sono due cose che mi devono spiegare. La prima è perchè abbiamo promesso di ridurre la tassa, se non ci sono i soldi. E la seconda è perchè non abbiamo almeno aspettato qualche giorno ancora per dirlo, visto che a fine mese ci sono le elezioni...». Insomma, chi ha incontrato ieri il vicepremier l’ha trovato di umor nero. E non è che per accorgersene ci volesse poi tanto. Anche in pubblico, infatti, Rutelli si è lasciato andare a commenti dall’evidente vena polemica. Per dire: Fassino propone - incassando subito il sì di Prodi - di tenere le primarie per l’Assemblea costituente il 16 ottobre? Rutelli ironizza: «Le primarie il 16 ottobre? E’ un martedì, mi sembra difficile...». E ancora. I quotidiani sono pieni di notizie positive sull’andamento dell’economia? Bene, il vicepremier va controcorrente e ammonisce: «La complessità delle proposte che anche sul tema della famiglia costituisce la ricchezza del centrosinistra, non deve precludere una comunicazione semplice. Servono messaggi chiari ai cittadini, e non un confuso rumore di fondo nel quale si dicono ottanta cose insieme». Che succede, dunque, a Francesco Rutelli? «Semplicemente che ha capito che stanno provando a fregarlo», sintetizza uno dei suoi più stretti collaboratori. Più precisamente, la sensazione nel quartier generale della Margherita è che i Ds stiano passando all’incasso con Prodi dopo aver sostenuto il Professore nella lunga marcia verso il Partito democratico, costata alla Quercia addirittura una scissione. Di qui l’idea di un “coordinatore” - nella persona di Piero Fassino - che regga inizialmente le sorti del Pd in costruzione. Ancora di qui la proposta di far svolgere le primarie ad ottobre piuttosto che a giugno, come ipotizzato dai vertici della Margherita. E di qui, soprattutto, il dietro front sulla riduzione dell’Ici, che in queste ore sembra la ferita che brucia di più a Rutelli. A partire da questa retromarcia, infatti, il vicepremier vede un rischio serio per la tenuta e l’equilibrio del governo. «L’idea che ci stiamo facendo - spiega un altro dei collaboratori del leader della Margherita - è che Prodi, i Ds e la Cgil abbiano stretto un’intesa su come utilizzare le risorse del cosiddetto “tesoretto”. Il dietro front sull’Ici potrebbe nascere da qui, magari con l’obiettivo di render meno dolorose scelte che pure vanno fatte e che la Cgil e parte della Quercia vedono come il fumo negli occhi: tipo la riforma delle pensioni». Solo che una simile scelta potrebbe essere esiziale. Dice Renzo Lusetti, tra gli uomini più vicini a Francesco Rutelli. «Vorrei capire che logica c’è, a tre settimane dal voto nei comuni, nel dire che l’Ici non la riduciamo più. E’ evidente che un annuncio del genere avrà un effetto, e certo non positivo. Ci sono città a rischio, come Verona e Parma, dove su una faccenda così rischiamo di romperci l’osso del collo». E quanto al resto - cioè al Partito democratico, al coordinatore e compagnia bella - non è che i toni siano diversi. «Fassino coordinatore è un lusso che noi non possiamo permetterci - avvisa Lusetti -. Ci si rivolterebbe la periferia contro, e faremmo fatica a sostenere quel che alcuni dei nostri in giro per l’Italia già sospettano da tempo: e cioè che il Partito democratico è semplicemente l’annessione della Margherita da parte dei Ds. Se proprio vogliono un coordinatore, lo faccia Prodi. A noi Prodi sta bene, Fassino no». E poi le vecchie ruggini, naturalmente, che l’avvio del processo unitario non ha certo sciolto: frizioni con i Ds e con lo stesso premier. «C’è anche un problema di forma - aggiunge uno dei consiglieri di Rutelli -. Non si possono annunciare decisioni così delicate senza un minimo di confronto preventivo. E Romano ha fatto di peggio, nel dietro front sull’Ici: i ministri erano riuniti a Palazzo Chigi e attendevano lui per cominciare il Consiglio e Prodi intanto era in degli studi radiofonici ad annunciare che sulla riduzione dell’Ici aveva scherzato... Molti ministri la marcia indietro l’hanno appresa così. E non è modo di fare». Ma detto tutto questo, come può uscire la Margherita dalla presunta tenaglia Prodi-Ds? «Continuando a esporre le nostre priorità, e dicendo che su certe cose non siamo d’accordo», sintetizza Lusetti. Per esempio: mezzo centrosinistra demonizza il Family day? Rutelli replica: «Il family day non è un nemico del centrosinistra. Il Congresso della Margherita lo ha definito un evento utile e positivo». I Ds insistono affinche il futuro Partito democratico entri nel Pse? Rutelli ironizza: «Appena un mese fa non si parlava d’altro che di come noi dovessimo entrare nel Pse: il tema è stato risolto dalle elezioni francesi». E su quella benedetta riduzione dell’Ici? «Prodi e i Ds facciano pure marcia indietro - ammonisce un uomo dello staff del vicepremier -. Rutelli, intanto, gira l’Italia e dice che la tassa va ridotta. E vi assicuro, rispetto agli altri sta facendo la figura di Che Guevara...». |