26/1/2005 ore: 11:16
Ds: La Cgil torna «amica»
Contenuti associati
mercoledì 26 gennaio 2005 sezione: ITALIA-POLITICA - pagina 12 Ds - La strategia / Il rapporto partito-sindacato La Cgil torna «amica»: in 2mila con il segretario FABRIZIO FORQUET Sono passati tre anni da Pesaro. E oltre 2.100 adesioni di dirigenti Cgil alla mozione di Fassino dicono che molto è cambiato nei rapporti tra i Ds e Corso Italia. A Pesaro era andata in scena la contrapposizione. Per la prima volta nella storia del partito che fu di Togliatti un segretario si apprestava a vincere un congresso con il sindacato di riferimento schierato compatto alla sua sinistra. La Cgil, infatti, era plebiscitariamente con il Correntone, contro Fassino. Oggi il Correntone è ridotto all'osso all'interno dei Ds (si veda articolo a fianco). E tra la Cgil e Fassino non è più tempo di dure contrapposizioni. Lo dicono i numeri. Che diventano tanto più espliciti man mano che si scende dal vertice del sindacato di Corso Italia ai dirigenti e ai quadri. Nella segreteria, che porta ancora l'impronta cofferatiana, restano forti le posizioni del Correntone: Titti Di Salvo, Paolo Nerozzi, Morena Piccinini, Carla Cantone, Fulvio Fammoni e Mauro Guzzonato, infatti, si sono schierati con la mozione di Fabio Mussi. Ma anche in questo vertice più ristretto, rispetto a Pesaro, qualcosa si è mosso. Tre anni fa, su 12 componenti della segreteria, due non erano iscritti ai Ds e gli altri dieci erano per il Correntone. Oggi, oltre ai sei citati sostenitori di Mussi, ci sono Achille Passoni e Nicoletta Rocchi, che si sono schierati con Fassino, mentre il segretario Guglielmo Epifani non si è schierato e tre sono i non iscritti. Ma scendendo per i rami della Cgil il recupero di Fassino si fa più evidente. Gli ultimissimi dati, non ancora ufficiali, parlano infatti di 2.100 dirigenti che hanno sottoscritto la mozione del segretario, oltre a mille della Uil e alcune decine della Cisl. La mozione Mussi-Berlinguer, invece, prima di Natale era ferma a 1.200 adesioni (non è stato fornito un dato più recente, ma le nuove adesioni non supererebbero qualche centinaio). Con Fassino, tra gli altri, Valeria Fedeli, segretario generale dei Tessili, e Fabrizio Solari, dei Trasporti. Oltre a riformisti storici come Agostino Megale, presidente dell'Ires, e Aldo Amoretti, che guida l'Inca. Ci sono poi le oltre 45 Camere del lavoro. E nelle unità di base e luoghi di lavoro, infine, i voti per la mozione Fassino rispecchiano quell'80% scarso dei consensi che il segretario ha conseguito nel complesso della consultazione. Non è un ribaltone, ma un forte recupero sì. E a questo risultato hanno contribuito in molti. A cominciare dai due neo-segretari. Fassino ed Epifani non sono D'Alema e Cofferati. Niente contrapposizioni personalistiche, personalità più concave e, soprattutto, la consapevolezza di dover lavorare con serietà a recuperare un rapporto costruttivo. Non è un caso che, subito dopo Pesaro, Fassino ha chiamato un uomo Cgil, Cesare Damiano, vecchio amico di Torino, apprezzato per le sue doti di mediazione, a gestire nella segreteria i rapporti con il mondo del lavoro. E Damiano in questi anni ha lavorato sodo: «Abbiamo ricucito con la Cgil, ma anche con Cisl e Uil, percorrendo l'Italia in lungo e in largo, ovunque vi fossero lavoratori». Epifani, pur tra mille cautele, non ha ostacolato questa ricucitura. E, a Roma, la settimana prossima non ripeterà certo il copione di Cofferati a Pesaro. «Difendere i diritti contro la modernizzazione», aveva detto allora il leader dei tre milioni al Circo Massimo, in contrapposizione all'appello alla modernizzazione di Fassino. Altri tempi. Tra il 3 e il 5 febbraio anche Cofferati sarà al congresso. Ma ora è solo il sindaco di Bologna. E Pesaro è lontana. |