26/1/2005 ore: 11:16

Ds: La Cgil torna «amica»

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    mercoledì 26 gennaio 2005

    sezione: ITALIA-POLITICA - pagina 12

    Ds - La strategia / Il rapporto partito-sindacato

    La Cgil torna «amica»: in 2mila con il segretario

    FABRIZIO FORQUET

      ROMA • Quarantatre volte Piero Fassino aveva citato Sergio Cofferati, allora segretario della Cgil, nel suo discorso di chiusura del congresso di Pesaro. Ed erano stati 43 no. Niente toni aggressivi, ma nessuna concessione sulla linea politica: «La scissione che fa Cofferati fra diritti e modernizzazione è pericolosa: perché, così, il rischio è che alla fine resti la modernità mentre soccombono i diritti».

      Sono passati tre anni da Pesaro. E oltre 2.100 adesioni di dirigenti Cgil alla mozione di Fassino dicono che molto è cambiato nei rapporti tra i Ds e Corso Italia.

      A Pesaro era andata in scena la contrapposizione. Per la prima volta nella storia del partito che fu di Togliatti un segretario si apprestava a vincere un congresso con il sindacato di riferimento schierato compatto alla sua sinistra.

      La Cgil, infatti, era plebiscitariamente con il Correntone, contro Fassino. Oggi il Correntone è ridotto all'osso all'interno dei Ds (si veda articolo a fianco). E tra la Cgil e Fassino non è più tempo di dure contrapposizioni. Lo dicono i numeri. Che diventano tanto più espliciti man mano che si scende dal vertice del sindacato di Corso Italia ai dirigenti e ai quadri.

      Nella segreteria, che porta ancora l'impronta cofferatiana, restano forti le posizioni del Correntone: Titti Di Salvo, Paolo Nerozzi, Morena Piccinini, Carla Cantone, Fulvio Fammoni e Mauro Guzzonato, infatti, si sono schierati con la mozione di Fabio Mussi. Ma anche in questo vertice più ristretto, rispetto a Pesaro, qualcosa si è mosso. Tre anni fa, su 12 componenti della segreteria, due non erano iscritti ai Ds e gli altri dieci erano per il Correntone. Oggi, oltre ai sei citati sostenitori di Mussi, ci sono Achille Passoni e Nicoletta Rocchi, che si sono schierati con Fassino, mentre il segretario Guglielmo Epifani non si è schierato e tre sono i non iscritti.

      Ma scendendo per i rami della Cgil il recupero di Fassino si fa più evidente. Gli ultimissimi dati, non ancora ufficiali, parlano infatti di 2.100 dirigenti che hanno sottoscritto la mozione del segretario, oltre a mille della Uil e alcune decine della Cisl. La mozione Mussi-Berlinguer, invece, prima di Natale era ferma a 1.200 adesioni (non è stato fornito un dato più recente, ma le nuove adesioni non supererebbero qualche centinaio). Con Fassino, tra gli altri, Valeria Fedeli, segretario generale dei Tessili, e Fabrizio Solari, dei Trasporti. Oltre a riformisti storici come Agostino Megale, presidente dell'Ires, e Aldo Amoretti, che guida l'Inca. Ci sono poi le oltre 45 Camere del lavoro. E nelle unità di base e luoghi di lavoro, infine, i voti per la mozione Fassino rispecchiano quell'80% scarso dei consensi che il segretario ha conseguito nel complesso della consultazione.

      Non è un ribaltone, ma un forte recupero sì. E a questo risultato hanno contribuito in molti. A cominciare dai due neo-segretari. Fassino ed Epifani non sono D'Alema e Cofferati.

      Niente contrapposizioni personalistiche, personalità più concave e, soprattutto, la consapevolezza di dover lavorare con serietà a recuperare un rapporto costruttivo. Non è un caso che, subito dopo Pesaro, Fassino ha chiamato un uomo Cgil, Cesare Damiano, vecchio amico di Torino, apprezzato per le sue doti di mediazione, a gestire nella segreteria i rapporti con il mondo del lavoro. E Damiano in questi anni ha lavorato sodo: «Abbiamo ricucito con la Cgil, ma anche con Cisl e Uil, percorrendo l'Italia in lungo e in largo, ovunque vi fossero lavoratori».

      Epifani, pur tra mille cautele, non ha ostacolato questa ricucitura. E, a Roma, la settimana prossima non ripeterà certo il copione di Cofferati a Pesaro. «Difendere i diritti contro la modernizzazione», aveva detto allora il leader dei tre milioni al Circo Massimo, in contrapposizione all'appello alla modernizzazione di Fassino. Altri tempi. Tra il 3 e il 5 febbraio anche Cofferati sarà al congresso. Ma ora è solo il sindaco di Bologna. E Pesaro è lontana.

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