Dpef, saliranno le pensioni minime
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Dpef, saliranno le pensioni minime Aumenterà anche il tasso d'inflazione programnmato Mentre il costo della vita a giugno resta bloccato al 3% ed i sindacati premono per i rinnovi contrattuali
LUISA GRION
ROMA - Non solo ritocchi ai «tetti sforati», ma anche aperture ai redditi fissi: quelli dei dipendenti in attesa di contratto e quelli dei pensionati al minimo. Il prossimo Dpef - la cui presentazione è prevista per metà luglio - potrebbe contenere una revisione del tetto d'inflazione programmata (sulla quale si chiudono le intese e si fissano gli aumenti salvo riadeguamenti successivi). Di sicuro conterrà un innalzamento degli assegni pensionistici più bassi: lo ha promesso il ministro Marzano. I segnali della volontà del governo di avviare un ritocco alla politica del redditi sono emersi, ieri, dopo la conferma del tasso d'inflazione: a giugno - sentenzia l'Istat - è rimasta ferma a quota 3 per cento smentendo gli ottimismi nati dalle previsioni fornite nei giorni scorsi dalle città campione (che stimavano un 2,9 per cento contro i 3 di maggio). Considerato il clima già teso sui contratti a termine e tenendo conto che restano in attesa di rinnovo circa cinque milioni di lavoratori (dai metalmeccanici agli addetti al commercio che ieri hanno rotto le trattative) sembra che il governo intenda andare incontro alle esigenze dei lavoratori dipendenti ritoccando all'insu, nel prossimo Dpef, il tetto previsto per l'inflazione programmata. Ma se questo è ancora un intento, è certezza invece il ritocco che - sempre nel Documento di programmazione economica - l'esecutivo darà alle pensioni al minimo. «E' un atto dovuto - ha detto il ministro delle Attività produttive Antonio Marzano - perché vivere con meno di un milione al mese in Italia è impossibile». L'aumento riguarderà i casi in cui vi sia assenza di altri redditi. Il costo della vita, d'altra parte, non frena. Smaltite le emergenze legate alla mucca pazza o al prezzo del greggio si cominciano a registrare le classiche impennate nelle voci estive. A confermare il dato di giugno (3% riferito allo stesso mese dello scorso anno, 0,3 su maggio 2001) sono stati soprattutto gli alimentari (ma a rincarare questa volta sono state le carni rosse), gli alberghi, ristoranti, pizzerie e i trasporti marittimi e ferroviari. Le retribuzioni di maggio invece sono aumentate del 2,7%, ancora sotto rispetto al costo della vita.
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