Donne in piazza Giovani e anziane povere e borghesi
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Pur essendo in minoranza rispetto agli uomini, un numero senza precedenti di donne sta manifestando in Egitto. Lo dicono le stesse egiziane dai 28 agli 80 anni scese in strada dal 25 gennaio giorno per giorno. L’Organizzazione egiziana per i diritti umani, stimava il 25 gennaio che fossero il 20%della folla, mentre in passato, alle proteste, non superavano il 10%. Perché questo cambiamento? Queste non sono manifestazioni lanciate da partiti, ma è «una rivoluzione spontanea» , spiegano, un movimento che sembra poter cambiare davvero il Paese. «C’ero anch’io che ho ottant’anni» , dice Nawal Al Saadawi, medico e scrittrice, incarcerata nel 1981 da Sadat e poi minacciata di morte dagli islamisti, mentre nel 1991 la sua associazione femminista fu bandita (si opponeva alla guerra nel Golfo; ne fondò un’altra Suzanne Mubarak, «che non è meglio del marito» ). «Sono stata anche in ospedale, e ho visto le donne uccise. Io mi ricordo delle proteste del ’ 36, del ’ 46 e del ’ 51 contro i britannici e il Re Farouk, degli Anni 60 contro Nasser, del ’ 77 contro Sadat. Ma questa è la più grande. Le donne in strada sono soprattutto giovani e non sposate, e poi anziane, di 70 e 80 anni; sia povere che della classe media— l’elite no, ma non c’è mai. Più rare le donne sposate. Certo gli uomini sono di più, ma pure in Tunisia. Viviamo in società patriarcali, come del resto voi in Italia» . «Poche sono accampate in piazza Tahrir. Per lo più tornano a casa col coprifuoco» , dice Dalia Ziada, 28 anni, studentessa e blogger che indossa l’hijab. «A Shobra, dove vivo si affacciano ai balconi a gridare slogan» . Dalia resta a casa da venerdì, i suoi genitori hanno paura: un loro vicino è rimasto ucciso. Ma oggi torna in piazza. Nessun timore di molestie nella folla. «Comunque a molestare le donne non sono mai i manifestanti maschi, ma gli agenti in borghese» . La scrittrice Sahar El Mougy ha marciato con la figlia 23enne e il figlio 19enne: «Per la prima volta si sentono orgogliosi d’essere egiziani» . Le donne non saranno in prima fila, dice, «ma correvamo come gli uomini sotto i lacrimogeni. Ho visto madri con i bambini, donne povere sorprese di vedere le borghesi, e noi di trovare gente che mai prima s’era interessata di politica»