Debiti Fiom, Landini lancia la colletta
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Contributi esterni per ripianare i costi delle manifestazioni. Ma Camusso dissente
Ai piani alti della Cgil, dove da un paio di settimane Susanna Camusso si è insediata nella stanza che fu di Guglielmo
Epifani , hanno strabuzzato gli occhi quando hanno letto l’ultimo paragrafo del documento approvato la scorsa settimana dal consiglio generale della Fiom. «Trasformare la Cassa di resistenza metalmeccanica in un’associazione aperta ai contributi individuali di chi intende sostenere le azioni della Fiom e le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici » . Insomma la Fiom di
Maurizio Landini si mette a fare la colletta anche fuori dal mondo del lavoro. Tanto è vero che si prepara anche a «organizzare un tour con rappresentanti dello spettacolo, della cultura e della società civile» a sostegno delle sue iniziative.
Che il sindacato dei metalmeccanici Cgil da anni se la passi male da un punto di vista finanziario è noto a tutta la confederazione. E la situazione non è molto cambiata dal 2007 ad oggi, quando la Fiom risultava essere indebitata con la Cgil per 1,2 milioni che il sindacato allora guidato da Gianni Rinal
dini si era impegnato a restituire alla confederazione in otto anni. «Oggi siamo intorno al milione di euro», dicono alla Fiom. Ma questo riguarda solo l’indebitamento. Vanno sicuramente male le entrate correnti. La mancata firma dell’ultimo contratto ha escluso la Fiom dalla «quota contrattuale», i 30 euro che i sindacati firmatari stanno chiedendo con la busta paga di novembre a tutti i metalmeccanici non iscritti a un sindacato. Inoltre, sui conti pesa la crisi. I lavoratori quando vanno in cassa integrazione versano meno (sempre l’1%, ma su una retribuzione più bassa) e se perdono il posto di lavoro smettono di contribuire. Contemporaneamente le spese corrono a causa delle tante manifestazioni fatte in questi anni. Nel 2009 una mano alla Fiom l’ha data la Funzione pubblica di Carlo Podda , con il quale Rinaldini aveva stretto un’alleanza anti-Epifani. Adesso per la manifestazione a piazza San Giovanni del 16 ottobre scorso un aiuto consistente è arrivato dalla stessa Cgil. Scendere nel dettaglio è impossibile, perché la Fiom non rende pubblico il suo bilancio (sarebbe trasparente metterlo per esempio sul proprio sito) e non rivela quanto è costata la manifestazione.
Adesso però la decisione di ricorrere alla colletta aperta a tutti suscita più di un interrogativo nella confederazione e anche nella minoranza Fiom allineata con la segreteria Camusso, guidata da Fausto Durante . Interrogativi e preoccupazioni che aumentano davanti alla deriva politica impressa da Landini. Il segretario è iscritto a Sel di Nichi Vendola e tiene stretti rapporti anche con l’Idv di Antonio Di Pietro e
Maurizio Zipponi (ex Fiom, ora responsabile economico dell’Idv). Camusso ha già messo in guardia la Fiom dalla tentazione di trasformarsi in un «partito del lavoro » ( il vecchio progetto di
Claudio Sabattini ) o in un quarto sindacato, richiamandola al rispetto dei vincoli confederali.
Richiami che però, con la decisione di chiedere finanziamenti esterni che possono risultare condizionanti, sembrano essere ignorati da Landini.