1/7/2005 ore: 11:21
Ddl risparmio in alto mare
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Pagina 32 - Economia Tutta colpa allora dei parlamentari assenteisti? Oppure ha ragione Maroni quando dice che l´approvazione non sarà «entro la fine della legislatura» per via del caso Covip? La storia, in sintesi, è questa: secondo il ministro vi è un problema di incompatibilità perché la riforma del risparmio ridimensiona i poteri dell´organo di vigilanza sui fondi pensione, cozzando così con il decreto legislativo sulla previdenza complementare, all´esame del prossimo consiglio dei ministri. Senza contare che resta scottante la questione del diritto di voto delle Fondazioni bancarie. A detta dei relatori, invece, non c´è la volontà politica di non procedere, e neppure una questione Covip che sarà affrontata «al momento opportuno», quando si discuterà l´articolo in questione. Al contrario, spiega Semeraro, «con la festa di san Pietro e Paolo e, ieri, con il fatto che l´aula di Palazzo Madama non procedeva a votazioni, il Senato si è un po´ svuotato». Sia come sia, il ddl è ancora lì. Aspettando che la discussione riprenda, il senatore ds Stefano Passigli annuncia la presentazione in aula di un emendamento «per evitare altri casi Rcs». Nel testo si fa divieto a banche e intermediari finanziari di concedere prestiti «a fronte di pegno di azioni, obbligazioni convertibili, opzioni o altri strumenti, atti a consentire la partecipazione al capitale sociale di società editrici di quotidiani o periodici, di emittenti radiotelevisive nazionali, di società loro controllanti, di società da esse controllate o ad esse collegate». L´emendamento prevede anche il congelamento del diritto di voto delle azioni «fino all´estinzione dei prestiti». Per il relatore Eufemi l´iter del disegno di legge procede e procederà «in maniera regolare». Dice: «La prossima settimana daremo un´accelerazione in commissioni riunite e, dal momento che siamo ad oltre metà del ddl, credo che potremmo anche licenziarlo per l´aula. Ci siamo posti l´obiettivo di approvarlo entro luglio; andiamo avanti senza indugi». A suo giudizio, un rinvio alla prossima legislatura sarebbe «un grandissimo errore». |