10/5/2004 ore: 11:30

Dagli Albi un «Manifesto» per l’Europa

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        sezione: NORME E TRIBUTI
        data: 2004-05-08 - pag: 27
        autore: LAURA CAVESTRI

        Domani a Napoli il Cup e l’Adepp presentano le richieste per le elezioni del Parlamento di Strasburgo

        Dagli Albi un «Manifesto» per l’Europa

        NAPOLI • Mentre il governo italiano tenta di riavviare il motore della riforma, Ordini ed enti previdenziali puntano a Bruxelles. Si chiama, infatti, «Manifesto delle professioni per l’Europa» il documento che il Cup (Coordinamento unitario delle professioni) e l’Adepp (l’associazione delle Casse privatizzate) presenteranno domani a Napoli, al teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare, a partire dalle 9.30. L’appuntamento sarà anche un’occasione di confronto con i candidati in corsa alle prossime elezioni europee. Invitati, dunque, ministri, sottosegretari, componenti di maggioranza e opposizione. Sono attesi il ministro per le Politiche regionali, Rocco Buttiglione, il collega per gli Affari regionali, Enrico La Loggia, i sottosegretari alla Giustizia, Michele Vietti, (autore della bozza di riforma governativa ferma alla Camera) e all’Istruzione, Maria Grazia Siliquini (impegnata nel riordino del Dpr 328/01). Per l’opposizione, tra gli altri, Anna Finochiaro (Ds), Mario Cavallaro e Pier Luigi Mantini (entrambi della Margherita). Sarà assente il Guardasigilli, Roberto Castelli, che — sottolinea il presidente dell’Adepp, Maurizio de Tilla — «con una telefonata ha dichiarato la vicinanza dell’Esecutivo agli Ordini professionali come patrimonio irrinunciabile».

        «Nel manifesto — spiega Raffaele Sirica, presidente del Cup — chiediamo ai futuri parlamentari di mantenere in Europa lo schema duale che distingue tra Ordini, tutori delle libere professioni e depositari di un interesse pubblico rappresentato da prestazioni qualificate, percorsi formativi, regole deontologiche certificati e tariffe, e Associazioni. Che sono un’altra cosa, vanno inquadrate in un sistema di regole certe ma non incidono su questioni di interesse generale».

        Tra Bruxelles e Strasburgo, per i professionisti italiani restano sul tappeto alcuni nodi. Si tratta delle nuove direttive sui servizi e sul riconoscimento delle qualifiche professionali. Quest’ultima è stata approvata lo scorso 11 febbraio al primo passaggio europarlamentare (si veda «Il Sole-24 Ore» del giorno dopo) con una prima delusione per gli emendamenti ad hoc che riguardano gli ingegneri. Emendamenti che, per il presidente dell’Ordine, Sergio Polese, «ci sarà la possibilità di ripristinare se la categoria raggiungerà, in sede Ue, un certo accordo».

        Le due direttive, secondo Pierangelo Sardi, presidente del Consiglio nazionale degli psicologi e componente del Ceplis (Consiglio europeo delle professioni liberali), «saranno approvate a inizio 2005, sotto la presidenza di turno britannica». Il testo del provvedimento sulle qualifiche, secondo Sardi, era stato in un primo tempo migliorato rispetto a quello licenziato dalla Commissione. Ma con un successivo emendamento, inserito in extremis, si è reso possibile l’esercizi della professione di psicoterapeuta a prescindere dal diploma di laurea o da successivi corsi accreditati. «Questo — spiega Sardi — snatura e deprime il valore del titolo di studio cui, in Italia, seguono anni di specializzazione e un esame di Stato. Ai futuri parlamentari europei chiedo di impegnarsi perché la norma venga abolita». Alla base della direttiva, il principio secondo cui, nel Paese di destinazione, è ammesso l’esercizio delle attività per cui si è "abili" in quello di origine. Che «rischia di diventare — secondo Sardi — spacciatore in franchising di professionalità poco o male acquisite». La direttiva sui servizi, poi, prevede la caduta del divieto di pubblicità, senza graduali aperture che ne attutiscano gli effetti. Gli psicologi temono l’aggressività dei colleghi anglosassoni «su un’utenza già fragile» e per i quali il marketing delle attività professionali è da tempo una realtà in quasi tutte le categorie.

        Per tentare di mettere a confronto percorsi e requisiti richiesti nei vari Paesi, è attivo, da pochi giorni, uno sportello interattivo on line (www.borsaeuropeadellecompetenze.org), destinato a ospitare Ordini, associazioni, sindacati e agenzie per l’accreditamento. Obiettivo, rendere trasparenti e riconoscibili tutte le competenze, acquisite formalmente o informalmente anche sul lavoro, tra professionisti europei.

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