23/5/2003 ore: 12:07

D´Amato alla prova finale

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      Pagina 10 - Economia
venerdì 23 maggio 2003
 
 
      Il riavvicinamento alla Fiat favorisce l´intesa su una candidatura
      D´Amato alla prova finale prime mosse sul successore
          Giancarlo Cerutti, industriale piemontese non sarebbe sgradito al Lingotto
          Possono scendere in campo anche Pininfarina, Della Valle e Montezemolo


          SALVATORE TROPEA

          ROMA - La prova generale poco più di un mese fa alle assise di Torino, ieri la ratifica ufficiale nel salone di Viale dell´Astronomia e subito dopo l´applauso che ha salutato l´ingresso in sala giunta di Umberto Agnelli e Giuseppe Morchio: il «grande gelo» tra Lingotto Confindustria è dunque finito in coincidenza non del tutto casuale con l´avvio della lunga volata per la successione ad Antonio D´Amato. Un anno fa Fresco e Cantarella avevano rappresentato per dovere d´ufficio una Fiat già alle prese con la sua crisi e ancora sull´Aventino dopo lo smacco della non elezione del suo candidato Carlo Callieri. Ieri il presidente e l´amministratore delegato del Lingotto hanno archiviato quel passato.
          Insediato sulle ceneri dello scontro con Torino, oggi D´Amato ostenta buoni rapporti col nuovo vertice Fiat che a sua volta pare intenzionato a presidiare Confindustria senza perdere di vista le sue manovre come gli è accaduto in passato. Il banco di prova di questo nuovo feeling sarà appunto l´elezione del futuro presidente di Confindustria. La Fiat, per via della sua crisi, non vuole avere nemici e dunque eviterà di uscire in campo aperto a favore di questo o quel candidato. Ciò non vuol dire che si disinteresserà lasciando via libera a nemici vecchi e nuovi. Dopo la sua elezione e sull´onda lunga del risentimento del Lingotto, D´Amato ha progressivamente perseguito una sorta di stretto collateralismo col governo Berlusconi che ha lasciato traccia e col quale fa adesso i conti. Nei convegni di Parma del 2001 e del 2002, specie nel primo, c´è stata da parte di Confindustria un´apertura di credito al centrodestra che ha dato la sensazione netta di una forte identità di vedute, con disappunto di sempre più vasti strati dell´organizzazione. Poi il clima è cambiato a Torino e la pace con la Fiat potrebbe far parte del «finale a sorpresa». Ieri qualcuno faceva notare maliziosamente che nel recente colloquio di Palazzo Grazioli con Berlusconi D´Amato, oltre che dei temi giustizia e successione, avrebbe parlato di una sua candidatura in azzurro alle regionali della Campania. Si vedrà.
          Umberto Agnelli ha definito «equilibrata» la relazione di D´Amato. Un segnale di una ritrovata sintonia? Lo si capirà meglio quando si entrerà nel vivo della corsa alla successione. D´Amato punta su Giancarlo Cerutti, industriale piemontese che, dicono, non sarebbe sgradito al Lingotto ma al momento non ci sono conferme. In alternativa c´è Nicola Tognana che avrebbe al suo seguito il Nord-Est. Un pensiero ce lo sta facendo anche Guidalberto Guidi. Ma si tratta di candidati deboli, sul piano dei numeri, e guardati come una continuità che molti intendono interrompere. I nomi veri non sono ancora usciti allo scoperto come i loro sponsor. A nessuno sfugge che Luca Montezemolo e Andrea Pininfarina, nella Confindustria del dopo-D´Amato possono trovare larghi consensi. Il presidente della Ferrari, oggi nel cda del Lingotto, l´uomo al quale fa capo il gruppo di Maranello ovvero il blocco più corposo del dissenso a D´Amato, per il momento preferisce chiamarsi fuori come Andrea Pininfarina il quale continua a dire che non intende «distrarsi» dalle cure della sua azienda. E l´ex Merloni sembra affacciare l´ipotesi Diego Della Valle.

 

 
 

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