7/6/2001 ore: 9:27

D’Amato a sorpresa «apre» a Cofferati

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SINDACATO & CONFINDUSTRIA

E D’Amato a sorpresa «apre» a Cofferati

      ROMA - Antonio D’Amato e Sergio Cofferati come Garry Kasparov e Anatoly Karpov. Il confronto tra Confindustria e Cgil nel giro di pochi giorni da conflitto acuto e urlato si è trasformato in una grande partita a scacchi. La prima mossa l’aveva fatta 48 ore fa il leader della Cgil che aveva aperto al governo Berlusconi dichiarandosi pronto «al negoziato per trovare soluzioni». E per cercare di isolare i falchi confindustriali. La risposta di D’Amato è stata tempestiva: intervistato dal Foglio il presidente degli industriali ha accettato il nuovo terreno di confronto valutando «in modo molto positivo» l’apertura di Cofferati. «Le modernizzazioni da affrontare sono talmente numerose e importanti, che una nuova serietà sul piano dei dialogo sociale sarà un gran vantaggio per tutti» ha aggiunto. Ora che la campagna elettorale è terminata «anche Cofferati - ha sottolineato D’Amato - apre una importante finestra in questa direzione». Si tratta, però, di verificarla «alla prova dei fatti». Comunque «il mio rapporto con lui sul piano personale è ottimo». Il presidente della Confindustria ha anche riconosciuto che «il sindacato può avere un grande ruolo» a patto che sia totalmente autonomo dalla politica. «I Lama e i Di Vittorio furono capaci di entrambe le cose: autonomi dal loro partito e protagonisti di grandi innovazioni». Gli industriali dichiarano anche di non perseguire la logica «delle intese separate, che inevitabilmente complicano la vita alle imprese». Ma la trattativa per il recepimento della direttiva comunitaria sui contratti a termine non può essere abbandonata («c’è l’esigenza di dar seguito al testo concordato») e il governo «convochi pure le parti ma se vuole dare un messaggio agli investitori deve spiegare che in Italia c’è stata l’effettiva liberalizzazione del contratto a termine». Comunque però evolva il rapporto con la Cgil il contratto dei metalmeccanici va avanti per la sua strada. «Mi auguro con esito positivo» ha sottolineato D’Amato.
      Il presidente degli imprenditori ha anche parlato di politica economica evidenziando la scarsa tenuta dei conti pubblici «denunciata sia dal Tesoro che da Banca d’Italia». Il quadro disegnato dalla Finanziaria di settembre era dunque «improntato a un infondato ottimismo». Toccherà al nuovo esecutivo di centro-destra affrontare il problema e in merito D’Amato è più che ottimista: «Berlusconi è cresciuto molto in questi anni di esperienza politica - ha affermato -. Oggi gli tocca essere all’altezza delle attese che ha suscitato».
      E’ evidente che con questa intervista, pur prudente, si apre una fase nuova nel rapporto tra imprenditori e sindacati. Una fase che assomiglia molto vicina a una appassionante partita a scacchi che durerà almeno fino al 30 giugno, quando il nuovo governo dovrà scoprire le carte e mostrare cosa avrà scritto nel frattempo nel Dpef, il documento di programmazione economica e finanziaria.
D.D.V.


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