Accordo per conciliare lavoro e famiglia
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In ufficio con orario part-time dopo la maternità e telelavoro. Firma anche la Cgil
ROMA — Un primo passo verso l’individuazione di regole per meglio conciliare il lavoro e la famiglia da inserire nella contrattazione collettiva. È questo il significato della intesa firmata ieri dal ministero del Lavoro e dalle parti sociali, Cgil compresa, che si è riservata una valutazione successiva. Per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, «è un passo in avanti nelle nostre relazioni industriali: con l’intesa si punta a conciliare i tempi di lavoro e quelli di famiglia attraverso la modulazione dell’orario» . Più nello specifico le parti sociali si sono date 90 giorni per valutare insieme una griglia di misure, assunte dalle migliori pratiche quotidiane che già oggi vengono episodicamente adottate in alcune aziende. Ciascuna di queste misure dovrà essere tradotta in un sistema di regole da introdurre nella contrattazione collettiva e, in particolare, in quella di secondo livello, in modo da diventare pratica generale. Tra queste, appare innovativa la possibilità di usufruire del congedo parentale in modalità part time, allungandone la durata da 6 a 12 mesi. Ma c’è anche l’incentivazione del telelavoro, la creazione di banche ore, la possibilità di ottenere una modalità di lavoro più flessibile in caso di cura per grave infermità del coniuge o di un parente entro il secondo grado. Oppure l’impegno del datore di lavoro di restituire alla lavoratrice, tornata al lavoro dopo la maternità, le stesse mansioni o equivalenti. Che corrisponde a quel ripristino della legge 188/2007 che vieta le dimissioni in bianco, auspicata dal leader della Cgil, Susanna Camusso. Se fra tre mesi le parti avranno trovato un’intesa, sarà firmato un avviso comune cui le stesse faranno riferimento nell’ambito della contrattazione. Da parte propria le istituzioni hanno assunto l’impegno di rifinanziare alcune leggi che servono a sostenere il lavoro femminile, introducendone anche di nuove, come l’incentivazione di part time lunghi. Inoltre si è convenuto che la modulazione degli orari e dei tempi di lavoro possono beneficiare della detassazione del 10%del salario di produttività qualora sia previsto in accordi territoriali o aziendali. Infine governo, Regioni ed enti locali sono impegnati a rafforzare le infrastrutture e i servizi pubblici utili alla conciliazione dei tempi, rifinanziando, ad esempio, il piano dei nidi per il 2011. La Cgil, rappresentata dal segretario confederale Serena Sorrentino, rileva che «ci siamo trovati di fronte a un documento radicalmente diverso da quello presentato la settimana scorsa e questo è merito del fatto che tutte le parti si sono esercitate nella riscrittura dei principi che devono far parte di un accordo sulla conciliazione» . Secondo Giorgio Santini, segretario generale aggiunto della Cisl, l’intesa «è un passo in avanti importante rispetto al percorso delineato la scorsa settimana: quelle che venivano individuate come generiche linee guida diventeranno per le parti un concreto impegno contrattuale»