13/6/2005 ore: 11:56

Cremonini scommette sulla carta Marr

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    sabato 11 giugno 2005
      FINANZA - pagina 31
        MATRICOLE SOTTO LA LENTE
          Cremonini scommette sulla carta Marr
            DI ANTONELLA OLIVIERI

            Arriva in Borsa il leader italiano nel campo della distribuzione di prodotti alimentari per la ristorazione commerciale e collettiva. Marr
            , che ha una quota di mercato del 27% e lo scorso anno ha fatturato 774 miliardi, nell'ultimo triennio ha realizzato una crescita media dei ricavi del 9,3%, del margine operativo lordo del 10%, del risultato operativo del 14%. Ha pochi debiti con un rapporto, a livello di consolidato, tra indebitamento finanziario netto (12,6 milioni a fine 2004) e patrimonio netto (152,38 milioni) di 0,08, che anche applicando i nuovi principi contabili Ias (con l'effetto di far rientrare tra i debiti le cartolarizzazioni effettuate) il rapporto si manterrebbe assolutamente sotto controllo: a 0,40 con 65,84 milioni di passivo della posizione finanziaria netta al 31 dicembre scorso e 163,25 milioni di patrimonio. In Borsa Marr arriva con programmi di shopping (il target sono 3 4 acquisizioni in giro di due anni per un impegno stimato di 22 milioni), ma la società non ha bisogno del mercato per reperire risorse: basta l'autofinanziamento.

            Presa singolarmente non si capirebbe perciò il motivo che spinge la società a fare il salto verso il listino. In un'ottica di gruppo il quadro si fa però più comprensibile. Marr fa capo infatti al gruppo Cremonini, che a fine 2004 aveva una posizione finanziaria netta passiva per 417 milioni. L'operazione consentirà alla capogruppo — che in ogni caso manterrà la maggioranza del 51% — di fare un po' di cassa: all'offerta, tutta Opv, Cremonini apporterà infatti 7,13 milioni di titoli sui 26,4 milioni di azioni in vendita, cui potrà aggiungersi un altro pacchetto di 2,64 milioni di titoli se sarà esercitata la greenshoe. Complessivamente— sulla base della forchetta indicativa di 6 7,85 euro— la controllante potrà smobilizzare un controvalore di 58,6 76,7 milioni, che in parte potrà essere utilizzato per rilevare dai fondi di private equity, venditori nell'operazione di quotazione della Marr, il 4,1% del capitale della società che resterà nei loro portafogli dopo il collocamento, opzione che, nel caso, potrà essere esercitata subito dopo l'eventuale utilizzo della green shoe.

            La gran parte dei titoli messi a disposizione deriva da un gruppo di investitori ( Arca Impresa 2000, JP Morgan Italian FundIII, Star social responsible Fund ed Efibanca) entrati nel capitale della società due anni fa. Un'operazione che si configura come una sorta di interventoponte in attesa della quotazione. Nel maggio del 2003, infatti, i fondi hanno rilevato il 33,33% del capitale Marr pagando 100 milioni, di cui 65 milioni affluiti nelle casse della società via sottoscrizione di un aumento di capitale riservato e 35 milioni pagati alla controllante Cremonini.
            Per loro l'operazione si chiuderà con una plusvalenza del 30% 70% a seconda del prezzo che verrà fissato per l'offerta. Due anni fa i fondi hanno acquistato a un parametro Ev (enterprise value)/ Ebitda di 9 volte, oggi venderebbero a 7,9 10 volte l'Ev/ Ebitda, a seconda di come sarà definito il prezzo finale.
              Le stime di Analisi mercati finanziari (gruppo Il Sole 24 Ore) portano a una valutazione di 6,5 7,26 euro per azione, all'interno della forchetta indicativa. Unico titolo confrontabile è quello dell'americana Sysco, benchè le dimensioni siano su un altro ordine di grandezza (20 miliardi di dollari la capitalizzazione, contro i 391,4 512 milioni di euro di Marr). Sysco è trattata a multipli 2004 di 24 volte in termini di p/ e e di 12,8 volte in termini di Ev/ Ebitda. Marr si presenta con p/ e 2004 di 16 21 volte ed Ev/ Ebitda di 7,9 10 volte. Il collocamento, che si concluderà il 15 giugno, è curato da Banca Imi ( il gruppo di cui fa parte finanzia Cremonini con un accordato di 53 milioni al 31 marzo scorso, utilizzato per 35,6 milioni) e da Merrill Lynch.

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