Cremonini scivola ancora in Borsa
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Mercoledì 17 Gennaio 2001 italia - economia Cremonini scivola ancora in Borsa (-4%) MILANO Ancora una giornata di passione, quella di ieri, per il gruppo Cremonini a Piazza Affari, nonostante l’iniezione di fiducia espressa dai grandi clienti e utilizzatori di carne fresca macellata dal più grande gruppo italiano del settore (si veda «Il Sole-24 Ore» di ieri).
Dopo che per tutta la giornata il titolo del gruppo di Castelvetro di Modena aveva retto, la conferma arrivata nel pomeriggio da Torino sulla positività dell’infezione Bse, ha spinto in chiusura il titolo a 1,78 euro, con una flessione del 4,14 per cento. Per gli analisti finanziari «le implicazioni sulla crescita e sulla redditività del gruppo sono attualmente di difficile previsione, ma l’andamento del titolo è destinato a proseguire in questo trend ribassista finchè la percezione del rischio mucca pazza da parte dell’opinione pubblica non si affievolirà».
Seduta pesante anche per Roncadin, società che si occupa di distribuzione di prodotti alimentari anche a base di carne, che ha lasciato sul terreno il 5 per cento. In linea con il resto del mercato, invece, l’andamento di Parmalat (-1,6%), dopo che la stessa Ue ha escluso qualsiasi riferimento tra il morbo Bse e il latte.
«Il latte? È sacro, è pulito ed è al di sopra e al di fuori di ogni sospetto», ha dichiarato il direttore generale di Parmalat, Domenico Barili, secondo il quale «tutto nasce dai test sul latte avviati in Inghilterra. Esami che avevano anche lo scopo psicologico di tranquillizzare una popolazione scossa dalla diffusione della malattia. Ma anzichè sedare timori, questo ha finito per alimentare in qualcuno falsi allarmismi».
Pure alla Granarolo sottolineano che «il binomio latte-Bse non sta in piedi. Il latte — spiega il direttore della produzione Angelo Di Pietrantonio — non è un veicolo di trasmissione della Bse. Lo hanno dimostrato 15 anni di test, in gran parte inglesi, che hanno verificato come vitelli nutriti con latte di mucche infette non abbiano contratto la Bse».
Intanto il quartiere generale di McDonald’s Italia, maggiore utilizzatore di hamburger e grande cliente di Cremonini, ha ribadito che la carne servita nei propri ristoranti è assolutamente sicura come negli Stati Uniti. E quella trovata sabato allo stabilimento Cremonini non era destinata a nessuno dei locali della grande catena sinonimo di fast food.
---firma---N.D.B.
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