Crac Parmalat: «Bancarotta, Tedesco non c’entra»

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Giovedì 8 Aprile 2004
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Crac Parmalat. Il Tribunale di Bologna annulla l’ordinanza di custodia emessa nei confronti del manager veronese |
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«Bancarotta, Tedesco non c’entra» |
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«La sua esperienza con la famiglia Tanzi è stata una disavventura professionale» |
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«L’intera sua esperienza in Hit ed in Parmatour può di certo rappresentare una disastrosa disavventura professionale ma per poterlo tacciare di essere un partecipe della bancarotta di quelle società sarebbe stato necessario individuare anche un solo atto distrattivo, cosa che non viene mai fatta, da nessuno». E’ uno dei passaggi, uno dei più significativi, dell’ordinanza con cui il tribunale del riesame di Bologna ha di fatto annullato nella sua interezza l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Parma e sulla base della quale Roberto Tedesco, amministratore delegato di Hit e componente del consiglio di amministrazione di Parmatour, venne arrestato il 17 febbraio. Un’ordinanza che «disconosce» la sua carcerazione sia sotto il profilo delle esigenze cautelari che sotto quello dei gravi motivi di colpevolezza. E accoglie in toto le istanze della difesa del manager veronese - assistito da Jacopo Pensa e Paola Boccardi - circa la completa estraneità di Tedesco a quel «fiume di denaro che venne trasferito dalle finanze del gruppo Parmalat alle società della famiglia Tanzi tra cui, appunto, le società del turismo». Ma se questo, per i giudici del tribunale di Bologna, appare pacifico e incontestabile così come la presenza di un’associazione a delinquere «diverso», prosegue l’ordinanza, «risulta il ruolo rivestito da Tedesco, scelto sul mercato dei liberi professionisti, le cosiddette "teste d’uovo", soggetti in grado di impegnarsi nel salvataggio di società più o meno in crisi». E il manager, esperto nel settore del turismo, di fronte al deficit in cui versava la società Hit nel giugno del 2002 (quando ne diventò l’amministratore delegato) richiese un finanziamento. Ma con il giro di denaro che Parmalat fece figurare come somma pervenuta da altre vie lo stesso tribunale esclude qualsiasi forma di coinvolgimento. «Nessuno sostiene che si sia appropriato di parti di quelle somme o che le abbia distratte dagli scopi cui erano destinate». A convincere i giudici bolognesi circa la estraneità dell’amministratore delegato si è aggiunto anche l’importo della liquidazione di un milione di euro che (stando alle dichiarazioni di un altro indagato) Francesca Tanzi aveva intenzione di corrispondere a Tedesco pur di ottenere il suo allontanamento prima dei 5 anni previsti dal contratto che lo legava all’azienda. (f.m.) |
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