Cortei solo sul Tg3, sindacati contro la Rai
 Mercoledí 22 Ottobre 2003
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Cortei solo sul Tg3, sindacati contro la Rai
 Pensioni - Annunziata insorge, bufera sul Cda - Martedì vertice Cgil, Cisl, Uil per altre proteste LINA PALMERINI
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ROMA - Si infiamma la polemica sulle pensioni ma questa volta il palcoscenico è quello della Rai. Ieri è stato di nuovo scontro tra il presidente, Lucia Annunziata che protesta perché il Cda ha bocciato la sua proposta di finestre informative su Raiuno sullo sciopero del 24 e, per segnalare la «criticità della situazione al Parlamento», annuncia che non convocherà il prossimo consiglio. Replica il direttore generale, Flavio Cattaneo: la copertura sarà assicurata dal Tg3 e delle pensioni si occuperà lunedì prossimo "Porta a porta" con tutte le voci in campo. Ma sul piede di guerra sono soprattutto i sindacati che giudicano la scelta del Cda «gravissima e inquietante». In un comunicato congiunto, Cgil, Cisl e Uil parlano di «un'ennesima prova che l'azienda pubblica di Stato, non intende dare la possibilità ai sindacati di esprimere un'opinione diversa da quella del Governo su una materia come quella della riforma delle pensioni su cui è in discussione il futuro di milioni di persone, giovani e anziani». Ma è soprattutto in Rai che i toni diventano accesi scatenando immediate reazioni politiche. Per il presidente Annunziata, la linea scelta del Cda, su proposta del direttore generale, rappresenta «un concetto molto restrittivo dell'idea di riequilibrio», chiesto nei giorni scorsi dai leader sindacali e dall'opposizione dopo il messaggio del premier e l'intervento di Tremonti alla "Vita in diretta". Una decisione tanto più criticabile perché «arriva nel giorno in cui si apprende che il ministro Gasparri sarà domani (oggi, ndr) a "Unomattina"». Ma, il direttore generale, Flavio Cattaneo fa notare che gli spazi informativi rientrano nell'autonomia dei direttori di testata e che a coprire la manifestazione di venerdì sarà dunque il Tg3, che lo ha chiesto. Sulla presenza di Gasparri a "Unomattina" si è sottolineato che l'intervento del ministro servirà anche a presentare la Conferenza dei Ministri Europei delle Telecomunicazioni. Non sarà una presenza "politica" ma istituzionale, come spiega il portavoce del ministro. La polemica si allarga: da Forza Italia, Schifani parla «di uso politico della presidenza Rai», mentre Giulietti (Ds) ribatte: «La Rai di Cattaneo supera i limiti della decenza». Intanto, martedì, i vertici delle tre confederazioni si vedranno per concordare la strategia, anche alla luce delle reazioni del Governo. Di certo metteranno in campo due iniziative, una manifestazione nazionale la prima settimana di dicembre (forse il 6) e un altro sciopero generale di otto ore che resterà senza data. Le tre organizzazioni aspettano, infatti, di vedere quale evoluzione avrà la delega pensioni: se seguirà l'iter della Finanziaria oppure avrà tempi più lunghi e, se, nel frattempo, si riaprirà il confronto con il Governo. In Cisl c'è chi preme per prepararlo a gennaio, finito il semestre Ue e nel pieno della verifica di Governo. Comunque, già il prossimo mese, sono state messe in cantiere altre due manifestazioni: sul Sud e sulla scuola. «Avrete delle sorprese», promette Savino Pezzotta leader della Cisl preannunciando una «adesione immensa» allo sciopero di venerdì e confermando che martedì prossimo verranno decise «altre iniziative». L'obiettivo, come spiega il segretario generale della Cgil è convincere «il Governo a ritirare il suo provvedimento, solo allora si può aprire un vero confronto». E mentre il numero uno della Uil, Luigi Angeletti aspetta di sfidare il premier in tivvù («siamo pronti al dibattito con Tremonti o Berlusconi»), intanto lo fa sul piano epistolare annunciando una lettera unitaria del sindacato agli iscritti. Dal Governo continuano però gli inviti al dialogo. Lo fa ancora il ministro del Welfare Maroni che lancia la palla nel campo avversario: «Tutto quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto. Continuo ad aspettare fiducioso proposte dal sindacato e dalla sinistra. Finora non ho visto nulla». Insomma, le controproposte fatte fin qui da Cgil, Cisl e Uil non sono una risposta all'emendamento sulle pensioni approvato dal Governo. «Finora - ha detto il titolare del Welfare - ho sentito solo dire che la legge Dini non si tocca e che non si deve fare nulla perché i conti vanno bene così: è una non-proposta, significa voler mantenere lo status quo che, invece, non va bene». Il Governo punta a riaprire il confronto subito dopo lo sciopero. Il fatto che l'emendamento verrà presentato solo dopo l'appuntamento di venerdì è già un chiaro segnale della disponibilità a cambiare la riforma del Governo. Per i sindacati però, la trattativa si riapre a due condizioni: una maggiore elasticità del vincolo finanziario (1% sul Pil di risparmio) e il ripristino dei due canali, quello dei 57 anni anni di età più 35 di contributi e i 40 anni di contribuzione.
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