Corruzione in Italia: l'opacità delle regole è un'imposta del 15%
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Venerdì 26 Gennaio 2001 italia - politica ---pag---8 Price: in Italia l’opacità delle regole è un’imposta del 15%
ROMA L’opacità legata alle regole economiche e, in minor misura, alla corruzione sono in Italia una tassa occulta del 15% sul costo del capitale. È quanto emerge da uno studio realizzato dalla «Pricewaterhouse Coopers» che per la prima volta ha messo a punto un indice per misurare, in 35 Paesi, gli effetti che sul costo del capitale hanno le protezioni legali per il commercio, le politiche macro-economiche, le informazioni societarie, le regole di "government" e la corruzione.
Nella classifica l’Italia è al ventinovesimo posto, con un indice di opacità pari a 48. Un valore lontano dai virtuosi Usa (36), Regno Unito (38) e Singapore (29). Nell’elenco, però, mancano Paesi come la Francia e la Germania sui quali la valutazione sarà fatta solo nel prossimo studio. In quanto ai singoli parametri, l’Italia riporta il risultato peggiore proprio nel governo dell’economia (73); bene, invece, sul fronte della corruzione (28).
«L’opacità impone significativi costi agli investitori», ha spiegato James Schiro presidente esecutivo della Pricewaterhouse. «In Italia questa è pari a una tassa occulta del 15% sul costo del capitale, contro il 7% del Regno Unito e il 5% degli Usa. Per questi due Paesi l’opacità non impone però costi in termini di maggiorazione dei rendimenti che lo Stato deve riconoscere ai sottoscrittori di debito pubblico, per l’aumento dei rischi, mentre in Italia l’aggravio vale 3,12 punti percentuali».
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