Con le coop sociali 158mila occupati

Con le coop sociali 158mila occupati |
MILANO - Una galassia di 5.600 cooperative sociali, che nel 2001 ha dato lavoro a 158mila persone con un giro d'affari di 3,6 miliardi di euro (7mila miliardi di lire a fronte degli oltre 5.800 del '99): questo l'identikit del più importante comparto del non profit per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro. I dati sono contenuti in «Comunità cooperative. Terzo rapporto sulla cooperazione sociale in Italia» curato dal Centro studi Cgm, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori, pubblicato dalle Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli e presentato ieri. Più in dettaglio, dalle stime risulta che, sebbene rappresenti poco più del 2% del totale delle varie organizzazioni (associazioni riconosciute e non, fondazioni, comitati e altro), questo modello ha generato l'anno scorso il 23% dell'occupazione remunerata del l'intero terzo settore. Le 5.600 cooperative (4.651 nel '99) - che, secondo l'articolo 1 della legge 381/91 che le disciplina, «hanno lo scopo di perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione umana e alla integrazione sociale dei cittadini» - hanno offerto per il 55% servizi socio sanitari ed educativi (cosiddetti di tipo A, a favore di anziani, portatori di handicap, minori, tossocodipendenti, immigrati eccetera), per il 40% l'opportunità di un inserimento lavorativo alle persone svantaggiate, svolgendo qualsiasi tipo d'attività d'impresa (tipo B), e per il 5% entrambe le possibilità (in questo caso si tratta in prevalenza di realtà consortili). Oltre ai 158mila operatori retribuiti (di cui 15mila quelli in situazione di svantaggio), questa formula non profit ha potuto contare (sempre secondo i dati di fine 2001) su 23mila volontari. «Benché la cooperazione sociale - spiegano i coordinatori del rapporto, Carlo Borzaga dell'Università di Trento e Flaviano Zandonai del Centro studi Cgm - si sia sviluppata prima nelle regioni settentrionali, il fenomeno è in forte crescita su tutto il territorio nazionale e soprattutto nel Meridione». Infatti, se la distribuzione territoriale nel '96 era la seguente: Nord, 51%; Centro, 20%; Sud e Isole 29%; nel 2000 le percentuale sono diventate rispettivamente, 41, 19 e 40 per cento. In generale, dal '93 al 2000 il numero di cooperative e quasi quintuplicato. Riguardo al futuro, come fa notare Lorenzo Ornaghi presidente dell'Agenzia per le Onlus, sul tavolo oltre a un'attesa evoluzione legislativa ci saranno le dismissioni di alcune funzioni dello Stato nel welfare. Sabato 08 Giugno 2002
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