15/10/2003 ore: 9:14

Como. Cisalfa pronta a rilevare 80 dei 104 negozi

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Economia

Edizione del 15/10/2003
Pagina 9

Giacomelli Sport
Debiti
Un «rosso» di 222 milioni

Giacomelli Sport è esposto per 222,3 milioni di euro verso i fornitori. Il passivo nei primi 5 mesi del 2003 è di 196 milioni di euro. Il declino del marchio comincia due anni fa quando viene acquisito il marchio Longoni e i punti vendita. L’operazione, in due tranche, viene chiusa per la cifra complessiva di 76 milioni di euro. La non brillante situazione precedente e la crescente esposizione finanziaria nei confronti delle banche peggiora la situazione del gruppo. Il titolo Giacomelli, quotato in borsa, è stato persino sospeso nei mesi scorsi per eccesso di ribasso a causa della scarsa fiducia degli investitori.



La crisi

I 70 dipendenti chiedono la riapertura dei punti vendita di Montano e Tavernola
Longoni Sport, futuro incerto
L’offerta di Cisalfa: pronta a rilevare 80 dei 104 negozi

COMO «Chiederemo la riapertura del centro Longoni di Montano Lucino e di quello Giacomelli di Tavernola». I sindacati di categoria Filcams- Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, dopo la decisione del tribunale di Rimini di concedere l’amministrazione straordinaria al gruppo Giacomelli, non perdono tempo e annunciano una serie di iniziative per sbloccare sin da subito la situazione dei due centri chiusi nei giorni scorsi per morosità. Lunedì si è tenuta nella sede della Camera del Lavoro di Como un’assemblea alla quale hanno partecipato tutti i 70 dipendenti dei centri di Montano Lucino, Cantù ed Erba. Assenti invece erano quelli di Tavernola. Nel corso dell’incontro si è deciso di sospendere le iniziative di protesta in attesa di conoscere gli sviluppi a livello nazionale. Ieri è partita una lettera da parte delle organizzazioni sindacali agli amministratori giudiziali che nei prossimi mesi si occuperanno del gruppo. «Vogliamo capire innanzitutto quale sarà il loro orientamento e come intendono muoversi rispetto all’amministrazione straordinaria - ha spiegato il segretario della Filcams - Cgil di Como Giovanni Fagone - Inoltre ci interessa verificare a che punto sono le proposte di acquisto di cui si è parlato nei giorni scorsi. E quale sarà il futuro dei dipendenti». Tutto, a quanto pare, ruota intorno all’offerta del gruppo Cisalfa che si è detta disponibile ad acquisire Longoni e Giacomelli per 14 milioni di euro. L’offerta è valida fino a metà novembre. Secondo voci sembrerebbe che Cisalfa sia disposta a rilevare 80 dei 104 centri in tutta Italia. Da qui scaturiscono le richieste sindacali che intendono fare luce sul futuro dei negozi in provincia di Como in particolare di Montano Lucino e Tavernola. «In questi giorni stiamo svolgendo assemblee a tappeto - ha continuato Fagone - I due centri che ci preoccupano di più sono quello di Montano Lucino e di Tavernola. Per questi due chiederemo la riapertura immediata e se entrambi fanno parte del piano di acquisizione». «Al momento preferiamo sospendere ogni forma di protesta - ha precisato Max Djossou segretario della Uiltucs Uil - Aspettiamo a conoscere le decisioni che saranno prese a livello nazionale anche se lo stato di allerta rimane». In caso il passaggio di Giacomelli a Cisalfa non si concretizzasse, sarebbero due le possibilità per i tre commissari giudiziali. Una prima ipotesi porterebbe alla cessione di pezzi della società per risanare i conti. Il piano di ristrutturazione durerà circa un anno. La seconda ipotesi prevede la riconversione totale per i prossimi due anni di tutto il gruppo e naturalmente del core business. Ai tre amministratori Elio Blasio, Antonio Bertani e Guido Tronconi spetta il compito non centro facile di salvare il gruppo.

M. Cagn .


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