Commercio, firmato il contratto

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Economia - Pagina 10 |
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Riguarda un milione e mezzo di persone. Soddisfatti i sindacati Commercio, firmato il contratto Revocato lo sciopero, oggi supermercati aperti
Lucilla Onda
ROMA – Arriva il nuovo contratto per i lavoratori del commercio, scongiurando lo sciopero in programma per oggi. Per oltre un milione e mezzo di persone occupate nei negozi, supermercati e in genere nella distribuzione commerciale da luglio arriveranno gli aumenti in busta paga ma anche nuove regole sulla flessibilità a partire dai contratti a termine e dal part time. L'accordo è stato possibile grazie a una mediazione del presidente della Confcommercio, Sergio Billè, dopo che per due volte il contratto era saltato in dirittura d'arrivo. L'intesa, arrivata a 18 mesi dalla scadenza del vecchio contratto, prevede un aumento salariale di 125 euro oltre ai 14,46 già erogati in busta paga a gennaio 2003 e una una tantum di 400 euro. Sui contratti a termine la mediazione prevede che siano sostanzialmente liberalizzate le causali (come prevede la riforma del mercato del lavoro) ma che sia fissato un tetto (il 28% tra contratti a termine e lavoro interinale). Soddisfatti i sindacati che sottolineano come si sia riusciti a fare un buon contratto nonostante le tante interferenze a partire da quella del ministro del Welfare Roberto Maroni (che aveva chiesto di applicare nel contratto le norme della legge Biagi di riforma del mercato del lavoro). Ecco in sintesi cosa prevede l'accordo:
Aumenti . L'aumento medio a regime per il periodo 2003-2006 sarà di 125 euro, oltre ai 14 già erogati in busta paga a cui vanno aggiunti 8,50 euro a carico delle imprese per l'assistenza integrativa. L'aumento economico sarà erogato in quattro tranche: 35 euro da luglio 2004; 37 euro da dicembre 2004; 23 euro da luglio 2005 e 30 euro da settembre 2006. E' prevista anche una «una tantum» di 400 euro sarà erogata per 250 euro a luglio 2004 e per 150 euro a gennaio 2005. A marzo è prevista una verifica sul primo biennio.
Contratti a termine . Sarà prevista un'unica causale recependo nella sostanza lo spirito della legge di riforma del mercato del lavoro. Sarà però previsto un «tetto» per i contratti a termine che potranno essere utilizzati solo per il 20% della forza lavoro (il precedente contratto era il 10%). Oltre a questa sarà possibile utilizzare i contratti interinali per il 15% della forza lavoro ma il complesso delle due fattispecie non potrà superare il 28% del personale (prima era il 23%). Da queste percentuali sono escluse le nuove attività per le quali sarà possibile, almeno il primo anno, utilizzare i contratti a termine senza tetto. Per il secondo anno di attività sarà invece necessario, se si vuole prorogare la deroga al tetto, un accordo con i sindacati. Sono anche esclusi dal tetto per le assunzioni a termine quelle in sostituzione delle persone che hanno diritto alla conservazione del posto come quelle in malattia o in maternità.
Part time . È stato previsto così come richiesto dai sindacati, «il diritto di priorità» sul passaggio a tempo pieno per i lavoratori già in organico in caso di nuove assunzioni. Il passaggio a part time resta volontario così come è volontario il ricorso al lavoro supplementare.
Sindacati soddisfatti. «Abbiamo arginato di gran lunga – ha detto il segretario della Filcams-Cgil Corraini – i danni che avrebbe comportato la legge Biagi. È un buon contratto che garantisce i lavoratori». «È un buon accordo – ha aggiunto Baratta, della Fisascat Cisl, – nonostante le tante interferenze indebite. Ci auguriamo – ha concluso – che per il futuro interventi così autorevoli e mirati vengano fatti per i nostri settori per migliorare i diritti di milioni di lavoratori delle piccole aziende, spesso non in regola».
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