Coin: a fine novembre la vendita ma la famiglia non vuole uscire
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SUPPLEMENTO AFFARI & FINANZA di lunedi 1 novembre 2004 FINANZA pag. 36 Coin, a fine novembre la vendita ma la famiglia non vuole uscire LA VENDITA di Coin è al rush finale. Gli advisor della famiglia, che tramite Fincoin detiene il 61,8% del gruppo quotato in Borsa, attendono per metà novembre le offerte vincolanti. Dopo di che JP Morgan, che assieme a Vitale & Associati assiste i Coin, ritiene di poter individuare il vincitore nell’arco di una decina di giorni. Assai arduo è pronosticare se tutti e quattro i fondi di private equity selezionati presenteranno offerte: non è solo una questione di prezzo e dunque sarà da vedere se e a quali condizioni Apax, Bs, Cvc e Pai scenderanno in campo per lo sprint. Marta e Piero Coin, i cugini che hanno siglato la pace dopo tre anni di devastanti contrasti fra i loro genitori Vittorio e Piergiorgio, fra le clausolechiave pongono il tema della governance. I Coin sono disponibili a passare in minoranza, ritengono che un partner finanziario possa portare competenze e risorse nuove, indispensabili per rilanciare la catena di grandi magazzini che porta il marchio di famiglia e l’altro network chiamato Oviesse. Ma i giovani Piero e Marta, che dallo scorso anno siedono in consiglio accanto al presidente Alessandro Pedersoli, non ambiscono affatto al ruolo di azionisti silenti. E non smentiscono, nell’arco di un periodo da definire, quando il fondo deciderà di smobilizzare l’investimento, di puntare a rientrare in possesso della quota di maggioranza. Sarà da vedere, dunque, quali meccanismi contrattuali proporranno gli offerenti e quali scenari di rilancio conterranno i loro business plan. I mercati scommettono che i Coin non cederanno a meno di 2,9 euro per azione, prezzo del private placement con cui giusto un anno fa hanno venduto il 10% della società. Attualmente il gruppo capitalizza attorno a 350 milioni di euro, cifra che rappresenta uno dei parametri fondamentali per capire l’investimento richiesto al fondo. Dopo il closing, atteso verso la fine di gennaio, sarà lanciata l’Opa obbligatoria. Dopo la chiusura della rete in Germania, al 30 aprile 2004 il gruppo ha registrato ricavi per 248,3 milioni (19,4%), un margine operativo lordo di 17,6 milioni, un risultato operativo di 4,7 milioni e un risultato ante imposte di un milione. Gli indicatori reddituali ora vanno tutti meglio. Ma la strada del risanamento è ancora in salita. |