Cofferati: "Il governo sbaglia, pensa solo ai licenziamenti"
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Cofferati: "Il governo sbaglia pensa solo ai licenziamenti" Per il leader della Cgil l'esecutivo potrebbe forzare la mano La Polemica
RICCARDO DE GENNARO
Roma - Un autunno che già si prevedeva complicato, ma che dopo l'attacco terrorista agli Stati Uniti potrebbe presentare «elementi di difficoltà» in più, con il rischio che il governo tenti di «forzare la mano» approfittando del nuovo scenario. Il segretario generale della Cgil, Sergio Cofferati, lancia un ammonimento al governo Berlusconi dal palco del Maurizio Costanzo show: «Eviti una utilizzazione tattica o strumentale delle eventuali difficoltà». Per Cofferati, infatti, c'è il rischio che, in questa fase, il governo di centrodestra accentui la pressione su temi come i contratti, le pensioni, i diritti dei lavoratori, «per esempio con interventi a favore della possibilità di licenziare». La Cgil sostiene, viceversa, che oggi è più che mai necessario un piano di sostegno alla domanda, ai pensionati e ai lavoratori, «perchè le famiglie - sottolinea Cofferati - quando non si sentono sicure tendono a risparmiare e questo non aiuta l'economia: ma il governo sembra non intenzionato a farlo». Questo potrebbe essere uno dei motivi di contrasto in autunno, un altro errore da parte di «un governo che è partito male, parlando invece che di occupazione soltanto di licenziamenti». Cofferati - che chiede al governo «una correzione di linea» - giudica «sbagliate» le proposte emerse in agosto per la modifica dell'articolo 18 sui licenziamenti e l'abolizione delle pensioni di anzianità. Pensioni, licenziamenti e rinnovi contrattuali, a partire dal pubblico impiego, sono i fronti che verosimilmente conosceranno il più alto livello conflittuale tra Cgil e governo. Le premesse sono quelle di una rottura, che Cofferati anzi già vede «nei fatti». Come ha sostenuto nell'intervista a Repubblica il 2 settembre, Cofferati è peraltro convinto che l'azione del governo Berlusconi sia caratterizzata in primo luogo dal sostegno politico «a un sistema imprenditoriale privo di capacità competitiva e che quindi va ossessivamente alla ricerca di tutto ciò che abbatte i costi». Il problema, non irrilevante, è che «per loro, costi sono anche i diritti e le tutele».
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