23/5/2001 ore: 9:57

Cofferati-Confindustria, la rottura è totale

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Alle assise di domani a Roma il presidente della confederazione riproporrà a sindacato e governo i 10 obiettivi per cambiare l’Italia

Cofferati-Confindustria, la rottura è totale


Il leader Cgil diserta l’assemblea per la prima volta dal ’94. Imprenditori divisi sulla linea dura di D’Amato

      ROMA - Sergio Cofferati ha deciso di rubare il tempo alla Confindustria e occupare la scena. Ieri ha fatto sapere al presidente Antonio D’Amato che diserterà l’annuale assemblea degli industriali - in programma domani a Roma - per partecipare, invece, alle celebrazioni del centenario della Camera del Lavoro di Reggio Emilia. Una scelta drastica che rompe quella che dal ’94 - grazie proprio a Cofferati - era diventata una piccola tradizione: la presenza del segretario generale della Cgil all’assise confindustriale. Non è da un giorno, del resto, che i vertici del maggior sindacato italiano sostengono la tesi che D’Amato avrebbe cambiato nel profondo il modus operandi dell’associazione imprenditoriale, facendola diventare una aggressiva lobby più attenta alle ragioni della politica che al vero tornaconto dei propri associati. Il risultato è che all’assemblea di domani per la Cgil parteciperà il numero due Guglielmo Epifani accanto ai segretari generali degli altri due sindacati confederali, Savino Pezzotta (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil). Ma al di là del registro delle presenze e delle assenze, sarà interessante vedere come accoglieranno la mossa di Cofferati quegli imprenditori che nei mesi scorsi avevano invitato, in maniera più o meno netta, D’Amato a recedere da una linea che sembrava puntare ai contratti separati e all’isolamento della Cgil. La presa di distanza del leader sindacale avrà comunque l’effetto di rendere più incandescente il clima delle relazioni industriali. Ci sono i contratti nazionali di oltre sei milioni di lavoratori da rinnovare, c’è la partita del recepimento della direttiva comunitaria sui contratti a termine ancora da regolare e sullo sfondo si avvicina la maxi-verifica sui conti della previdenza slittata al dopo elezioni. Cofferati conosce la linea di D’Amato - quella che il presidente confindustriale ha presentato con successo a Parma - e sa quante assonanze vi siano con il programma della Casa delle Libertà. Ma sa anche che Silvio Berlusconi potrebbe coltivare l’idea di fare come José Maria Aznar, che deve parte della sua ampia legittimazione governativa anche ai numerosi accordi che ha saputo concludere con i sindacati. Per questo motivo la Cgil, con la provocazione della sedia vuota, manda al prossimo inquilino di palazzo Chigi un messaggio che suona pressapoco così: l’oltranzismo non paga, il confronto forse.
      D’Amato e Cofferati litigano da un anno, ma guai a pensare che la minestra sia sempre la stessa. La novità rappresentata dal voto del 13 maggio è troppo importante perché i duellanti se ne possano, anche per un attimo, dimenticare. Il presidente degli industriali domani riproporrà «i 10 obiettivi per cambiare l’Italia» lanciati a Parma, la sua scommessa da dopodomani sarà quella di riuscire a imporre a governo e sindacati la sua agenda delle priorità. E lo scontro con la Cgil promette di essere epico.
Dario Di Vico


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