21/1/2003 ore: 11:04
Cnel-Eurisko: è l’occupazione la priorità dei cittadini
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21 gennaio 2003
Cnel-Eurisko: è l’occupazione la priorità dei cittadini
Pezzotta: Cofferati ed Epifani «sodali» nel progetto politico
ROMA. Il lavoro diventa la priorità degli italiani.
Il timore di perdere il posto scala la
classifica delle preoccupazioni conquistando
la vetta occupata, lo scorso anno, dalla criminalità.
È l’annuale indagine Cnel-Eurisko (sulla
base di un campione di 4mila unità) a disegnare
la nuova mappa delle priorità degli italiani:
il 30% dei cittadini ha innanzitutto a cuore il
mantenimento dell’occupazione mentre nel
2001 la percentuale era del 28 per cento. Meno
sentito è invece il tema della criminalità
(22%), almeno rispetto all’anno scorso quando
un 35% di italiani l’aveva messa in cima alla
graduatoria. L’attenzione al lavoro si riflette
anche nelle opinioni sulla flessibilità, un tema
che non "conquista" gli italiani sempre più
contrari a una maggiore possibilità delle imprese
di licenziare (il 52% non è d’accordo) mentre
favorevole è il 32 per cento. Le pensioni
sono una priorità solo per il 9% degli italiani
ma il 63% ritiene che non si debba intervenire
mentre il 76% è a favore della concertazione.
Articolo 18: Ds e Cgil progetto comune?
«Sbagliato e controproducente», secondo il
responsabile del Lavoro Ds, Cesare Damiano,
ma intanto nella Quercia si cerca di trovare
una contromisura al referendum sull’estensione
dell’articolo 18 anche alle aziende con
meno di 15 addetti. La via legislativa è quella
che inseguono tutti nell’Ulivo, innanzitutto
per estendere tutele e ammortizzatori sociali a
chi oggi non li ha. Ma ieri Damiano ha affacciato
anche l’ipotesi di una proposta sui licenziamenti
nelle Pmi: «Non modificando la soglia
ma inasprendo le sanzioni di carattere
pecuniario». Cioè lo stesso progetto che stanno
mettendo a punto in Cgil, anche se qualche
dubbio (minoritario) su un’eventuale modifica
della soglia sarà sciolto solo nei prossimi giorni.
Se su una proposta di legge sui lavoratori
atipici, l’Ulivo può trovare una strada comune,
più difficile diventa il percorso su un
progetto ad hoc sui licenziamenti per le piccole
aziende. La Margherita infatti si è già promunciata
per un «no» al referendum non mostrando,
al momento, disponibilità a cambiare
l’attuale disciplina. Intanto il leader Cisl Savino
Pezzotta continua a rimproverare le posizioni
«più politiche che sindacali» della Cgil
definendo l’attuale leader («da Epifani mi
aspettavo di più») «sodale» nel progetto politico
di Sergio Cofferati. E si proclama contrario
al referendum («ma l’articolo 18 l’abbiamo
salvato noi non la Cgil») anche se non si
pronuncia per su un «sì» o un «no». Tutti,
prima di schierarsi, aspettano i sondaggi ma
anche di vedere se il Governo ha intenzione di
fare del referendum una campagna politica. In
caso negativo è interesse di tutti mettere il
silenziatore a Bertinotti.
LI.P.