Città della Scienza sprint per l`apertura dell`area museo
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C`è chi ha quattro figli. Chi vive con la suocera. Chi fa fatica a pagare l`affitto di casa o la rata del mutuo. Chi chiede ai genitori i soldi in prestito. A Città della Scienza i lavoratori, alle prese con la cassa integrazione, raccontano storie drammatiche. Manifestano preoccupazione anzitutto sui tempi della ricostruzione e dei pagamenti degli stipendi arretrati. Dicono in coro: «Siamo noi le fondamenta di questo luogo. Siamo pronti a fare sacrifici per sostenere il peso di una situazione d`emergenza, dopo l`incendio doloso, ma vanno mantenuti gli impegni assunti in questi giorni dai vari ministri». Pressing per avere un salario regolare, mentre continua lo sprint per aprire un`area espositiva persino prima del previsto: il 10 aprile, in occasione del concerto di solidarietà. Con il pianista Michele Campanella. Ai Musei Capitolini un`altra iniziativa è fissata per martedì prossimo, promossa dalla Cgil Lazio con una delegazione di lavoratori di Città della Scienza. Dove una priorità è, appunto, quella di ottenere i fondi già stanziati negli anni scorsi e destinati alla Fondazione Idis, dal Miur ad esempio, oltre alla previsione di nuovi finanziamenti necessari per rifare i manufatti bruciati. «Tutti noi dipendenti avanziamo 10 mensilità arretrate» afferma Daniele Lubrano, che ha due bambini ed è un componente della rsa. Allarga le braccia il magazziniere Antonio Esposito: «Mia moglie è casalinga, ho tre figli, di cui due minorenni da mantenere. Per venire a lavoro, ogni mattina, da Secondigliano a Corogli, devo mettere la benzina e avere in tasca almeno i soldi della tangenziale». Racconta un altro addetto, Pasquale Monaco: «Ho 46 anni ma mi mantiene mia suocera con gli 800 euro di pensione, di cui 190 servono per pagare il mutuo». Tirale somme Maria Vitolo, segretaria regionale della Filcams Cgil: «La stragrande maggioranza dei lavoratori Idis è monoreddito. Non si può ignorare questo disagio reale, si parla di sopravvivenza per i dipendenti che si sono assunti la responsabilità di continuare ad assicurare le attività anche se non percepiscono quanto gli spetta. A questa preoccupazione se ne aggiunge una ulteriore per i 61 lavoratori che sono impiegati nella società in house della Regione, Campania e Innovazione, attraverso il fitto di ramo d`azienda. Va fatta chiarezza sulle prospettive necessarie ad assicurare continuità occupazionale». Con una lettera, la Filcams Cgil Campania chiede ai vertici della Regione e della Fondazione che, «in parallelo alle riunioni tecnico-istituzionali, si convochi un tavolo in grado di confrontarsi e garantire soluzioni certe e condivise fra tutte le parti sociali e le rappresentanze dei lavoratori per dare risposte alle legittime aspettative». Risposte sulla questione stipendi: «Il ministro dell`Istruzione ha pubblicamente preso l`impegno di sbloccare per fine mese 1,5 milioni, a saldo delle attività realizzate dalla Fondazione nel 2008 - dice il consigliere delegato Vincenzo Lipardi -. Nulla da dubitare che questo avvenga. Sono in corso anche contatti positivi con la Regione e Campania e innovazione per sbloccare altri crediti».