10/4/2006 ore: 10:58
Cisl, oggi l´addio di Pezzotta
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Pagina 33 - Economia Pezzotta se ne va prima del tempo. La sua uscita, infatti, era prevista tra circa un anno, all?assemblea organizzativa che doveva essere una sorta di verifica di medio termine della linea stabilita nell?ultimo congresso dell?estate scorsa, nel quale, per?, proprio Pezzotta non volle affrontare la questione della successione. Tema che invece ? diventato dominante, e anche fonte di tensioni, subito dopo la chiusura delle assise congressuali. Bonanni, forte di un largo consenso all?interno dell?organizzazione, ha imposto un?accelerazione al cambio della guardia. Pezzotta, che non ha voluto indicare un suo delfino, ha potuto solo evitare una rottura interna alla Cisl con la proposta di reintrodurre la carica di segretario generale aggiunto. Ha salvato l?unit? della confederazione, ma ha dovuto fare un passo indietro. E, per coerenza con una interpretazione rigorosa dell?autonomia del sindacato rispetto alla politica, ha anche respinto la proposta di Franco Marini di una candidatura al Senato nelle liste della Margherita: ?Non si esce dalla porta di Via Po, per entrare dal portone di Palazzo Madama?, spieg?. Rimarr? nella Cisl, dove ? entrato 43 anni fa come un semplice iscritto, un operaio tessile della bergamasca. Continuer? a presiedere la Fondazione Ezio Tarantelli e a lavorare per iniziative di volontariato in Africa. Ma in molti, tra i suoi collaboratori, non escludono che proprio l?uscita dalla Cisl potr? aprirgli le porte della politica, addirittura con un incarico nell?eventuale governo di centrosinistra (viceministro per la cooperazione?). Pezzotta, oggi, non esclude nulla. La sua doveva essere una segreteria di transizione, voluta da Sergio D?Antoni che allora (a cavallo tra il 2000 e il 2001) coltivava ambiziosi sogni politici "terzopolisti" con la fondazione di Democrazia europea e l?illusione che la Cisl gli sarebbe venuta dietro. Invece, quella di Pezzotta, ? stata una vera leadership, segnata da strappi e cambi di linea anche coraggiosi: prima la firma del contestato Patto per l?Italia (nel 2002), poi la critica feroce al governo Berlusconi per aver tradito quell?intesa e aver portato ad un progressivo impoverimento di quelli che da sindacalista cattolico chiama i ?ceti popolari?. ? stato Pezzotta a prendere atto della fine dell?unit? sindacale, che era stata al centro dell?asse strategico di D?Antoni, e a sposare l?idea dell? ?unit? competitiva? coniata dal sociologo prodiano Bruno Manghi. Sempre l?ormai ex segretario generale della Cisl ha sollevato l?esistenza di una vera ?questione sindacale? alludendo in particolare alla debolezza di Cgil, Cisl e Uil nella stagione del centrodestra. Ora tocca a Bonanni, dantoniano un tempo, oggi vicino alla Margherita per via di Marini. Uomo spigoloso e diffidente, poco noto fuori dal sindacato, nonostante i forti legami personali con alcuni settori imprenditoriali, cos? come tra i partiti del centrodestra. La sua sar? una Cisl diversa da quella di Pezzotta, mentre sta arrivando il nuovo governo. |