17/6/2003 ore: 9:53

Cgil, sotto processo la scelta del "sì"

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martedì 17 giugno 2003

Pagina 4 - Interni
 
 

    Soddisfatti i leader di Cisl e Uil per il mancato quorum.

    Cgil, sotto processo la scelta del "sì"
    Epifani: non è una sconfitta. Ma in segreteria partono le accuse
          RICCARDO DE GENNARO

        ROMA - «Non è una sconfitta». Guglielmo Epifani, legge in chiave positiva - anche se a denti stretti - il risultato del referendum sull´estensione dell´art.18 dello Statuto dei lavoratori alle piccole imprese: «Ringraziamo gli oltre 11 milioni di cittadini che si sono espressi per il sì. Sono una base importante per andare avanti sulla strada delle riforme in materia di tutele e diritti», dice Epifani, mentre i segretari confederali Cantone e Patta ricordano che tre anni fa, nel referendum per l´abrogazione dell´articolo 18, i «no» raggiunsero i nove milioni. Ora la Cgil, aggiunge Epifani, «si impegnerà con più forza per ricostruire quel fronte che si è diviso nel voto, per favorire l´avanzamento delle riforme» .
        Epifani assicura che si aspettava una percentuale di partecipazione al referendum del 25 per cento. Ma non ha pentimenti: «Il sì era la scelta giusta, anche se la strada maestra per le riforme resta quella legislativa». Il mancato quorum aprirà tuttavia una nuova discussione in Cgil. Uno dei cinque segretari confederali che era su posizioni astensionistiche o di libertà di voto, Achille Passoni, vicinissimo a Cofferati, sottolinea che il risultato era «assolutamente prevedibile» e che lui aveva considerato «un errore la scelta di schierare la Cgil». Marigia Maulucci, anche lei componente della segreteria, dice che «il mancato quorum è una sconfitta per i promotori ma anche per la Cgil: è stato un errore considerare il referendum sbagliato e poi schierarsi per il sì». E considerazioni analoghe fa Carlo Ghezzi: «I fatti dicono che i promotori hanno subito una sconfitta pesante». C´è il rischio di un mutamento degli assetti interni alla Cgil? Una prima risposta verrà lunedì, quando si riunirà il direttivo. Sul banco degli imputati finirà probabilmente la Fiom, il sindacato dei metalmeccanici, che il referendum l´ha promosso: ieri c´è stato un lungo incontro tra segreterie Cgil e Fiom, nel quale tuttavia non sarebbero emerse divergenze di linea.

        Nel frattempo, Cisl e Uil esprimono la loro soddisfazione per il risultato referendario. «Era un referendum inutile», dice il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta. Il quale avverte governo e Confindustria: «Non credano di poter mettere nuovamente mano all´art.18. Questo risultato è una pietra tombale». Il leader della Uil, Luigi Angeletti, è convinto che «la maggioranza non parlerà più di art.18 per i prossimi tre anni quando scadrà la sperimentazione». Quanto a un eventuale blocco di due anni delle finestre per le pensioni di anzianità, Cgil, Cisl e Uil confermano: «Se il governo ci prova troverà duro».

 

 
 

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