Cgil: rendite tassate al 20% sgravi per lavoro e pensioni
Contenuti associati
C´è un Italia che non paga le tasse e un´Italia che ne paga anche troppe. Grandi patrimoni e grandi rendite cui si chiede poco, lavoratori dipendenti e pensionati cui si chiede tanto. In tempi di crisi tale iniquità - dice il sindacato - è più inaccettabile che mai, quindi è arrivato il momento di agire sull´evasione fiscale. Un problema culturale, oltre che economico.
La Cgil ha fatto i conti su quanto costi ai contribuenti onesti la «dimenticanza» degli altri («Loro evadono, tu paghi 3 mila euro l´anno in più» recita lo slogan di una campagna ad hoc che partirà in febbraio) e ieri ha lanciato le sue proposte per una tassazione equa. Un principio sul quale sono d´accordo anche la Cisl e la Uil , che proprio oggi faranno un loro convegno sul tema. Stessi obiettivi, quindi, ma strade anche qui separate per combattere un nemico che nel frattempo si rafforza.
Il sindacato di Epifani si augura di «poter arrivare ad iniziative comuni, visto che, a differenza che sui contratti, le idee dovrebbero essere le stesse», ma nell´attesa che dalle buone intenzioni si passi ai fatti, lancia il suo piano teso a raggiungere due risultati: recuperare il «non versato» (che corrisponde circa a 110 miliardi di euro) e ridurre le tasse per dipendenti e pensionati. Venti miliardi entro i prossimi due anni «da chiedere ad altri che possono pagare di più» e da utilizzare come «misura anticiclica per dare fiato all´economia». Secondo la Cgil ciò potrebbe portare ad una riduzione della pressione fiscale su busta paga e pensioni di circa 100 euro al mese.
Il mix di interventi che porterà a questi risultati fa base, prima di tutto, su una riforma dell´Irpef che per il periodo 2010-2012 dovrebbe costare 19,8 miliardi. Dovrebbe comprendere la riduzione della prima aliquota dal 23 al 20 per cento e della terza dal 38 al 36; l´aumento delle detrazioni per i redditi da lavoro dipendente e da pensione per almeno 500 euro entro marzo 2010; l´innalzamento e l´unificazione delle quote esenti per i redditi da lavoro e da pensione.
A questa riforma si potrebbero aggiungere interventi sulla quattordicesima mensilità per i pensionati più poveri (facendo rientrare gli importi fino a 1.100 euro) e la detassazione del secondo livello contrattuale (per altri 4,2 miliardi in tre anni): il che farebbe aumentare il costo della campagna a 24 miliardi. .
A copertura del suo progetto il sindacato guidato da Epifani prevede che circa 1,5 miliardi potrebbero arrivare da una imposta sulle transazioni finanziarie speculative; tra i 2,5 ed i 4,5 miliardi dall´aumento al 20 per cento dell´aliquota sulle rendite finanziarie; circa 5 miliardi con una revisione degli estimi e l´introduzione di una sorta di patrimoniale «alla francese» sulle grandi ricchezze; 8 miliardi dalla lotta all´evasione reintroducendo la norma di Visco sulla tracciabilità degli assegni. Altri 6 miliardi sarebbero da conteggiare come recupero di gettito dovuto all´aumento della base imponibile reso possibile dalla crescita economica. Si tratterebbe di investire un punto e mezzo di Pil.