Centri commerciali, appalti e rifiuti Così i clan fanno affari nella capitale
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Roma - La ‘ndrangheta sta a nord e a est: Flaminio, San Basilio e Borghesiana. La camorra a sud: Ciampino e Centocelle. Sempre a sud, al Tuscolano e a Tor Bella Monaca, il territorio lo controllano i Casamonica. A Ostia, invece, convivono i "nipoti" della banda della Magliana insieme a camorra e Cosa nostra. Si comportano come se Roma fosse una scacchiera dove muovere pedine, fare soldi e inquinare le economie legali. Dai mercati (tra ortofrutta e agroalimentare) agli alberghi, da bar e ristoranti ai supermercati e ai centri commerciali passando per lo smaltimento dei rifiuti e arrivando, ovviamente, all´edilizia residenziale, agli appalti pubblici e alle grandi opere: le mafie hanno allargato i loro interessi, diversificano le attività per consolidare la loro presenza sul territorio della capitale.
La mappa aggiornata del crimine organizzato a Roma (ma anche nel Lazio) è stata fornita ieri dal Silp, il sindacato di polizia della Cgil sulla base del lavoro svolto dalla direzione investigativa antimafia e dall´osservatorio regionale sulla legalità. Ed è una mappa che rivela l´infiltrazione delle famiglie criminali che, se mantengono la testa nelle regioni di provenienza, tendono sempre più a rinforzare le loro propaggini anche nel cuore della Capitale. «Fino a infiltrarsi nell´apparato politico-amministrativo», ricorda Mimmo Bianchini, segretario Silp del Lazio. «Non dimentichiamo - prosegue - che qualche settimana fa un collaboratore del sindaco è stato arrestato per camorra». Precisamente per concorso esterno in associazione camorristica: è stata questa l´accusa che ha portato in carcere Giorgio Magliocca che lavorava nello staff di Alemanno. Un episodio che, per la Cgil, conferma la pericolosità e la capacità pervasiva dei clan. Che sono tanti e diffusi sul territorio: la ‘ndrina Morabito, quella Bruzzaniti, le ‘ndrina Palamara, Speranza e Scriva convivono al Flaminio nord. I Sergi-Marando controllano San Basilio, gli Ierinò la Borghesiana. Il clan Senese della camorra opera a Centocelle e a Ostia, insieme alle famiglie Triassi, Cuntrera-Capuana e Fasciani, tutte di Cosa nostra.
Ma la situazione preoccupa anche nel resto del Lazio. «Tra Latina, Sabaudia, Minturno, Fondi - spiega Bianchini - sono tanti i territori dove le mafie si infiltrano e sono diversi gli esempi di uomini politici arrestati o coinvolti che tuttora ricoprono cariche importanti». In tutta la regione operano 24 ‘ndrine calabresi, 16 clan di camorra, 12 famiglie di Cosa nostra, e due della Sacra Corona. Ma tanti sono anche i beni confiscati alla criminalità sparsi per tutto il Lazio. «Per essere assegnati, però - conclude il Silp - mancano i decreti attuativi. Per ora è tutto fermo».