30/6/2006 ore: 9:49

Centinaia di telefonate alla Cgil: il lavoro nero cerca aiuto

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    venerd? 30 giugno 2006

    Pagina 15 - Economia & Lavoro


    Soprusi, diritti negati:
    il lavoro nero cerca aiuto
      Centinaia di telefonate al numero verde della Cgil
      In Lombardia irregolari il 73% delle aziende controllate

      di Luigina Venturelli / Milano

      ROSSO CONTRO NERO Lo sguardo ? assente, il viso ? terreo, il collo ? segnato da due piccole ferite che agli appassionati di film horror ricordano il morso di un vampiro, ma che agli oltre 4 milioni di lavoratori irregolari in Italia rammentano il quotidiano salasso di diritti e di dignit? sub?to da un sistema che della ricattabilit? fa la sua arma contro i dipendenti. A due mesi dal lancio della campagna nazionale della Cgil contro il lavoro nero, le chiamate al numero verde 848854388 sono gi? raddoppiate, passando dai quattrocento contatti mensili del Centro informazioni del sindacato alle ottocento richieste di chiarimento, di spiegazione, di aiuto.

      Telefonano in tanti, italiani e stranieri, quasi sorpresi dall’appello lanciato loro dall’organizzazione sindacale: ?Chiamaci, fai valere i tuoi diritti?. Spesso - raccontano gli addetti del call center - vogliono solo raccontare a qualcuno la propria storia di soprusi vissuti, si appuntano l’indirizzo dell’ufficio a cui rivolgersi e lo conservano per tempi migliori: per quando avranno il coraggio di denunciare o per quando potranno permetterselo, magari al riparo di un nuovo lavoro regolare.

      ?In condizioni di marginalit? assoluta - spiega Graziano Gorla, della segreteria della Camera del Lavoro di Milano - pu? essere un problema anche perdere il lavoro in nero, causa ma anche effetto dell’emarginazione sociale: per gli immigrati, ad esempio, la denuncia comporta immediatamente il foglio di via. La lotta al lavoro nero comporta cio? uno sforzo trasversale, che passa dalle politiche di welfare alle politiche sulla casa, sull’immigrazione, sulla sicurezza nei cantieri e nelle fabbriche. Serve innanzitutto creare cultura e consapevolezza intorno al problema?.

      ? questo il primo obiettivo della campagna Cgil ?Il rosso contro il nero?: riportare il lavoro nero al centro dell’attenzione, della lotta sindacale, della battaglia politica. Bastano i dati della Lombardia, supposto motore d’economia e d’innovazione per il Paese, a dimostrare l’emergenza. Nel 2005 sono stati effettuati controlli in 9.700 aziende con dipendenti, di cui 7.100 (vale a dire nel 73% dei casi) sono risultate irregolari. In 6.300 imprese sono cio? stati trovati lavoratori in nero, mai assunti e senza versamenti contributivi: si tratta soprattutto di addetti dell’edilizia e, in misura minore, del commercio e dei servizi alla persona. Nelle restanti 800 imprese sono emersi posizioni in grigio, con evasioni parziali dell’Inps e dell’Inail: dalle aziende artigiane al commercio, nessun settore ? immune da un fenomeno in costante crescita.

      Per combatterlo la Cgil nazionale ha presentato quattordici proposte di legge o di intervento, che vanno dall’intensificazione dei controlli alla riforma delle leggi sugli appalti, dagli incentivi economici alle imprese che si mettono in regola a piani locali per l’emersione, fino al rilascio del permesso di soggiorno per gli extracomunitari che denuncino lo sfruttamento.
        Necessit? tanto pi? urgenti in tempi di crisi per i conti pubblici: solo per gli 8.600 lavoratori lombardi che nel 2005 sono risultati completamento sconosciuti all’Inps sono stati evasi centinaia di milioni di euro di contributi.

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