Il giallo «cassa integrazione» vertenza conad: Un errore nel decreto firmato da Maroni blocca fino a oggi i benefici per i dipendenti
Martedì scorso un ex lavoratore Conad di Catania, disoccupato, ha minacciato di buttarsi giù da una gru alta 50 metri per ottenere il sacrosanto diritto al lavoro. Ed era la seconda volta che ci provava, a distanza di qualche mese. Poi, come abbiamo pubblicato il giorno dopo, l'assessore comunale Santo Castiglione è riuscito a dissuaderlo convincendolo a scendere e assicurandogli il proprio interessamento. Sulla vicenda, ci ha scritto ieri un altro lavoratore Conad, Pietro Zagami, che indirizza la sua lettera aperta alle autorità della città e alle forze politiche a qualsiasi colore appartengano». «Tuttoggi 118 padri, e madri di famiglia - scrive Pietro Zagami - vivono nella più assoluta precarietà perché senza lavoro e senza neppure i soldi della Cassa integrazione guadagni straordinaria che pure il Governo aveva approvato il mese scorso e che non è mai arrivata». «Io mi chiedo, - afferma tra l'altro Zagami - cosa aspettino le autorità ad agire. Forse è necessario vedere il sangue, oppure assistere a un insano gesto da parte di chi, tra noi, è più disperato? Signori, non si gioca con la vita degli altri, ma almeno collaboriamo insieme per cercare di cambiare il sistema». «Ha ragione Zagami, - commenta Luisa Albanella, segretario generale della Filcams Cgil - comprendiamo benissimo la disperazione di questi padri di famiglia che battono la fame da 8 mesi». E in effetti, indipendentemente dalla piega che prenderà la vertenza, in queste ultime settimane si è consumato una sorta di giallo, il giallo della Cassa integrazione guadagni straordinaria, che sarebbe dovuta scattare con efficacia retroattiva il 1° dicembre 2002 a beneficio dei lavoratori Conad, grazie al decreto n. 32138 firmato il 21 marzo dal ministro Maroni. Allora, cosa è successo? Perché i lavoratori non hanno ancora percepito un soldo? Il motivo lo hanno scoperto i sindacati il mese scorso. «In pratica, - spiega Albanella - il decreto, a causa di un errore, non prevedeva il pagamento diretto della cassa integrazione ai lavoratori, bensì all'azienda, in modo che il denaro fosse utilizzato a conguaglio delle somme che la stessa avrebbe dovuto corrispondere all'ente di previdenza a saldo di un debito contributivo». Da quando è stato scoperto l'«inghippo», non solo i sindacati si sono dati da fare per sbloccare le somme dovute ai dipendenti, ma lo ha fatto la stessa azienda, la Marketing Sud srl di Bitonto titolare degli ex punti vendita Conad. Quest'ultima infatti, pochi giorni dopo l'emissione del decreto «errato», con lettera raccomandata inviata alla sede catanese dell'Ispettorato del lavoro di Catania, ha sollecitato «che venga effettuato il pagamento "diretto" ai lavoratori da parte dell'Inps». Ma fino a oggi non è successo nulla; ecco perché cominciano a manifestarsi gesti inconsulti come quello del lavoratore che ha minacciato di gettarsi giù dalla gru ed ecco perché Pietro Zagami ha mandato al nostro giornale la sua emblematica lettera aperta. Quanto alla vertenza vera e propria, c'è da dire che ancora nulla è stato concretizzato. Il 28 aprile dovrebbe esserci una riunione tra le parti al ministero del Lavoro per una ripresa della trattativa che solo in Sicilia coinvolge 400 lavoratori. Si comincerà col riesaminare le varie offerte per l'acquisto del marchio avanzate da diverse aziende e dalla disponibilità degli istituti bancari. Nella trattativa, oltre alla Filcams Ggil, sono anche coinvolti i sindacati unitari di categoria e l'Ugl.
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