5/8/2009 ore: 12:13

Carovita, al Sud il 17% in meno la Lega vuole le gabbie salariali

Contenuti associati

Il rilancio sulle gabbie salariali è firmato da Roberto Calderoli, dopo il dato diffuso dalla Banca d`Italia: al Sud il costo della vita è più basso del 16,5% rispetto al Centro-Nord. La Lega torna così a manifestare il suo desiderio di tornare ai salari differenziati: buste paga in linea con il costo della vita nelle diverse aree del Paese. Un meccanismo che l`Italia aveva già sperimentato nel secondo dopoguerra e che era stato poi abolito nel 1969. «Sono veramente interessanti - sostiene il ministro per la Semplificazione normativa-i dati di Bankitalia sulle differenze del costo della vita». E, quindi, alla luce della volontà espressa dal governo, «di affrontare, una volta per tutte, la questione meridionale, anche attraverso la fiscalità di vantaggio, e - prosegue - ritenendo altrettanto necessaria e urgente la risoluzione della questione settentrionale, è evidente che andrà posta attenzione alle nostre proposte riguardanti le buste paga parametrate sul reale costo della vita nelle diverse aree del Paese».
Parole che però sono un deja vu in casa del Carroccio. Era stato già il segretario Umberto Bossi a porre più volte sul tavolo della maggioranza la questione, tanto da considerarlo il nuovo obiettivo del suo partito dopo aver portato a casa la legge sul federalismo fiscale.
L`ultima volta lo aveva detto in occasione dell`ultima campagna elettorale delle amministrative: «I lavoratori del Nord e quelli del sud devono avere due diverse buste paga, perché il salario nazionale ha creato solo povertà, è troppo rigido. Ha creato sacche di ricchezza e sacche di povertà».
Esternazioni che, però, avevano trovato subito uno stop da parte dei presidenti dei due rami del Parlamento. «Si darebbe un messaggio disgregante ai territori più deboli» precisò Gianfranco Fini.
Anche Renato Schifani si definì contrario «perché non farebbero altro che accentuare il divario tra Nord e Sud».
Ieri, invece, alle parole di Calderoli ha replicato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianfranco Micciché, che negli ultimi giorni ha portato avanti il tema dello sblocco dei fondi al Mezzogiorno. «Se Calderoli spiega - vuole parametrare le buste paga al costo della vita, che al Sud sarebbe più basso rispetto al Nord, dico che possiamo valutare l`ipotesi, purchè i costi siano più bassi in tutti i settori: il Sud paghi più basse percentuali Irpef, abbia meno costi per la pubblica amministrazione, compri di meno la benzina e così via». Mentre un altro ministro, Gianfranco Rotondi, ribatte al collega della Lega:

«Basta col teatrino su Nord e Sud». Ma nella maggioranza c`è chi non chiude completamente la porta alla proposta. Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati Pdl, è convinto che la questione vada affrontata «a condizione che la diversità retributiva venga contestualizzata, comprendendovi tutte le variabili connesse ai servizi sociali erogati». L`idea, invece, non piace al segretario Ugl Renata Polverini. Un secco no arriva anche dagli esponenti di Pd e Italia dei valori.
Confindustria aveva ritenuto l`argomento già superato alla luce dell`accordo sul nuovo modello contrattuale. Ora Luca Paolazzi, direttore del Centro studi di viale dell`Astronomia, precisa che il Paese «ha bisogno di flessibilità e di capacità di adattamento: qualunque cosa ingabbi, che sia salari, prezzi, mercato del lavoro o altri mercati di beni, va in direzione opposta». Tuttavia la proposta riconosce «un`esigenza di differenziare - aggiunge - il costo del lavoro in modo da tener conto di costo della vita, produttività e dinamiche occupazionali».

Close menu