15/6/2006 ore: 9:42

Call center: indagine Cgil Genova

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      NORDOVEST
    mercoled? 14 giugno 2006


    Pagina 14 - Professioni e Lavoro


    Indagine Cgil Genova: frequenti disagi fisici

    GENOVA - La maggior parte degli operatori telefonici soffre di dolori al colllo e alle spalle e prova fastidio agli occhi. Molti di loro hanno problemi di voce. In tanti sono insoddisfatti del proprio lavoro. ? il risultato di un'indagine condotta dalla Cgil di Genova (categorie Slc, Nidil, Funzione pubblica, Filcams) in collaborazione con la Asl 3 del capoluogo ligure e alcuni professionisti tra i quali anche uno psichiatra. Il campione ? costituito da 372 operatori di call center genovesi che lavorano in H3G, Telecom, Poste Italiane, Call & Call, Esseti e Cup, il Centro unificato di prenotazione dell'Azienda sanitaria.

    Si tratta del 37% del totale del personale dei sei call center genovesi: gli intervistati hanno in media 40 anni e il 60% di loro ? assunto a tempo indeterminato, mentre il restante 40% ha in tasca un contratto che quasi sempre ? a progetto. I lavoratori che hanno partecipato all'indagine hanno compilato questionari e 12 di loro hanno rilasciato un'intervista dettagliata. ?Abbiamo visto le stanze dove lavorano gli operatori - racconta Paola Pierantoni, che ha fatto parte del gruppo di lavoro della ricerca - in alcuni casi non sono state progettate per questo tipo di lavoro, con un rischio per la salute di chi lavora. Per esempio, l'acustica ? importante: se le stanze sono rumorose, gli operatori alzano il volume della cuffia, il che a lungo andare pu? portare a problemi all'udito?. Il 60% del campione intervistato ha frequentemente o molto frequentemente dolori tensivi del collo e delle spalle tipici dei lavoratori dei videoterminali, il 50% ha gli occhi irritati, il 30% ha problemi alle prime vie resopiratorie.

    Il 70% ha notato una relazione tra il lavoro svolto e lo stato psicologico e mentale e la percentuale media di coloro che soffrono di ansia o disturbi del sonno ? maggiore di quella nazionale. ?In molti call center in bound gli operatori devono chiudere la chiamata entro tre-quattro minuti - spiega Paola Pierantoni - anche se il problema dell'utente non ? stato risolto. Questo produce molta insoddisfazione, unita al fatto che spesso i telefonisti ricevono telefonate di protesta per problemi che non dipendono da loro. Infine, molti lamentano la mancanza di una formazione continua; i problemi da risolvere o i prodotti da promuovere per telefono sono in continua evoluzione?.

    Per chi ha un contratto a progetto, poi, c'? anche il problema del rinnovo ogni sei mesi, una formula ripetuta che a volte tiene legato il soggetto all'azienda anche per diversi anni. La realt? tuttavia ? ancora poco esplorata. In Piemonte, ad esempio, uno studio simile ? partito solo adesso. ?Abbiamo dato il via a un monitoraggio dello stato psicofisico e economico dei lavoratori nei call center - anticipa Antonio Citriniti, della Cgil Torino - abbiamo appena spedito mille questionari, i primi 200 dovrebbero arrivare compilati entro luglio?.

    BA.SE

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