11/2/2005 ore: 12:04

Bufera sui vertici di Conad per un crac da cento milioni

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    venerdì, 11 febbraio 2005

    Pagina 9 - Economia
      Bufera sui vertici di Conad per un crac da cento milioni
      Supermercati, sette arresti per bancarotta fraudolenta

      In carcere l´ad del gruppo emiliano De Berardinis e il direttore finanziario Bosio Custodia cautelare ordinata dalla Procura di Bari dopo il dissesto di Cedi Puglia I capi del consorzio accusati di danneggiare la società pugliese per rientrare dei crediti
        MARA CHIARELLI
          BARI - Bufera sui vertici Conad per un crac da 100 milioni di euro in Puglia. L´amministratore delegato e vicepresidente Camillo De Berardinis, e il direttore amministrativo a finanziario, Mauro Bosio, sono da ieri agli arresti domiciliari con l´accusa di bancarotta fraudolenta. I due, secondo la procura di Bari, avrebbero contribuito a distruggere Cedi Puglia, il maggior centro di distribuzione merci del sud Italia, un "gioiello" che fatturava mille miliardi di lire l´anno, dichiarato fallito dal tribunale di Bari a maggio 2004.

          Sarebbero sette gli autori del crac, arrestati ieri da finanzieri del Gico con l´accusa di bancarotta fraudolenta preferenziale e per distrazione. Ma oltre a De Berardinis e Bosio, nella sua ordinanza, tra i soggetti responsabili il gip fa i nomi del presidente del consiglio d´amministrazione Conad, Mario Natale Mezzanotte e del direttore commerciale e marketing Franco Mambelli, per i quali, chiariscono dalla procura, «non sono state adottate misure cautelari».

          Ai domiciliari c´è Onofrio Petruzzi, consigliere delegato di Cedi, mentre in carcere sono stati portati Michele Di Bitetto, presidente del Consiglio d´amministrazione, Gabriele Cozzoli, Pasquale Giangaspero e l´avvocato Pasquale Ronco. Due anni di indagini, condotte dai pm Marco Dinapoli, Lorenzo Nicastro, Renato Nitti e Roberto Rossi per far luce sulle manovre finanziarie che hanno messo sul lastrico 1.600 dipendenti tra Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.

          Sono tre le mosse con cui sarebbero state dissipate le sostanze di Cedi Puglia. La prima, fonte di debiti per oltre 72 milioni di euro, sarebbe stata gestita dagli amministratori, che ricoprivano anche il ruolo di titolari di supermercati: una enorme quantità di merce sarebbe stata da loro acquistata e non pagata. Ed è proprio quando, a fine 2001, emergono le prime difficoltà finanziarie che interviene Conad, uno dei principali fornitori e creditori di Cedi Puglia.

          Con l´acquisto di una piccola quota azionaria, il 19 marzo 2002 i vertici del consorzio entrano nel consiglio di amministrazione. Tramite la Leasinvest spa, finanziaria di Conad, De Bernardis e Bosio avviano l´operazione di "sale and lease back", che, hanno spiegato i magistrati, «ha il solo fine di avvantaggiare Conad e i suoi fornitori, rispetto ad altri che ancora oggi non hanno ottenuto nulla». In sostanza, Cedis (controllata da Cedi Puglia) vende alla Leasinvest tre importanti punti vendita Gum, nel Salento, per 15 milioni e mezzo di euro, per poi riottenerne la gestione. Il denaro torna nelle casse Cedi Puglia, che lo usa in buona parte per pagare i debiti nei confronti del consorzio emiliano e di fornitori "di rilevanza nazionale specificamente indicati e selezionati dalla medesima Conad".

          Ma i due bolognesi si fidano poco dei "soci pugliesi", in particolare di Ronco, come commenta De Berardinis al telefono con Paolo Licciardello, amministratore della Emilro Factor di Bologna: «Perché quei tre sono delle teste di c., e uno è delinquente e comanda tutto. Ma io non capisco quegli altri due imbecilli cosa ci stanno a fare lì, a farsi coinvolgere e infinocchiare da quel delinquente. Loro ci lasciano le penne se salta la cooperativa, se va in fallimento».

          Per De Berardinis, spiega ancora a Licciardello, occorreva «trasformare il fallimento in amministrazione straordinaria», perché in quel caso non ci sarebbe stato il curatore fallimentare, ma «amministratori straordinari nominati dal ministero, con una gestione più politica della cosa. Questo cambia».

          Non è di poco conto la terza mossa con cui viene studiata l´ennesima occasione di guadagno: l´acquisizione della catena di supermercati "Tarantini" da gestire tramite società controllate o collegate a Cedi. Un´operazione per 42 miliardi di lire, garantiti con una fidejussione per il 95 per cento del valore totale.

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