19/12/2007 ore: 12:36

Brescia. Sciopero: a rischio lo shopping prenatalizio

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    mercoledì 19 dicembre 2007

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    VENERDI’ E SABATO. I lavoratori protestano

    Sciopero: a rischio lo shopping prenatalizio
      Contratto scaduto da un anno e le trattative sono saltate
      Nel mirino anche la legge regionale che aumenta le aperture domenicali
        Mimmo Varone

        I sindacati confederali del Commercio decretano un Natale di lotta. E i consumatori devono rivedere i loro programmi per l’acquisto dei regali da mettere sotto l’albero. Venerdì 21 e sabato 22 le commesse di negozi e centri commerciali sciopereranno per il rinnovo del contratto nazionale scaduto da un anno esatto, e contro la nuova legge regionale che «aumenta a dismisura le aperture domenicali e festive». Sono questi i due motivi per cui Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil chiamano i dipendenti del settore a incrociare le braccia. Allo sciopero si è arrivati perchè «Confcommercio ha rotto unilateralmente la trattativa – accusano i sindacati – usando come alibi politico la non condivisione del protocollo sul welfare del luglio 2007 e scaricando sul tavolo del rinnovo anche una sorta di rivincita rispetto all’ultimo rinnovo contrattuale».

        DUNQUE, È ROTTURA. Fino alla settimana scorsa si erano susseguiti incontri tra le parti per scongiurare il blocco prenatalizio. E qualche lieve speranza di un’intesa era sopravvissuta fino a lunedì. Ora pare che i giochi siano fatti, i margini di trattativa sono stati bruciati e un comunicato diffuso ieri annuncia lo sciopero in due delle giornate più strategiche per gli acquisti. Sarà davvero un Natale turbolento, per il commercio.

        Per costringere la controparte al dietro front, per venerdì i sindacati hanno indetto una manifestazione regionale a Milano. Sabato, invece, scatteranno i presidi davanti ai maggiori centri commerciali. Il tutto con l’invito ai consumatori a non fare la spesa nelle due giornate, e a capire che «oltre alle luci i colori, le vetrine, dentro quei centri lavorano uomini e donne, ragazzi e ragazze con un salario medio di 500/600 euro, e che troppo spesso vedono i propri diritti calpestati».

        I confederali ritengono «inaccettabile l’attacco portato da Confcommercio al contratto nazionale di lavoro», e si oppongono all’intenzione di «mettere in discussione norme e diritti individuali, frutto di conquiste storiche per la categoria, per avere mano libera sugli orari e sui tempi di lavoro». Per parte loro ritengono di aver avanzato richieste «eque» sia dal punto di vista salariale, con 80 euro di aumento mensili per il biennio 2007/8, sia nei meccanismi proposti per ridurre il precariato e stabilizzare i rapporti di lavoro. Nel frattempo è arrivata la legge della Regione Lombardia, che apre la strada allo shopping domenicale «arrivando a prevedere 32 aperture nei giorni di festa, mattina di Natale compresa». Ma da tutto ciò non possono che venire «ripercussioni negative sui dipendenti del settore, che sono in grande maggioranza donne», denunciano i confederali. E puntano l’indice contro chi vuole «privilegiare unicamente la logica del consumo, mentre possono esserci modelli culturali e stili di vita diversi».

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