Bonanni contro Epifani «Riconosca i suoi errori»
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Polemiche e prese di posizione anche ieri sulle contestazioni che negli ultimi giorni hanno bersagliato la Cisl. Da registrare, innanzitutto, la nota della segreteria nazionale della Fiom, i metalmeccanici Cgil, le cui insegne vengono associate al clima di intolleranza montato intorno al sindacato di via Po dopo la firma dell’accordo Fiat a Pomigliano e, dopo, delle deroghe al contratto nazionale di lavoro. È una nota ufficiale quelle in cui la segreteria Fiom esprime «la più netta contrarietà agli episodi di intolleranza che hanno interessato le sedi della Cisl, atti sbagliati e inaccettabili». RICONOSCIMENTI È l’ultima, in ordine di tempo, delle dichiarazioni di condanna in casa Cgil per quanto successo a Treviglio, a Livorno, a via Po, infine, sede nazionale del sindacato guidato da Raffaele Bonanni, sulla cui facciata militanti di Action hanno lanciato uova, vernice rossa, fumogeni. «Le sedi sindacali sono sacre», ha ribadito il leader Cgil Guglielmo Epifani che il giorno prima aveva chiamato Bonanni impegnando la Cgil a tutti i livelli a verificare comportamenti di iscritti e dirigenti contrari allo Statuto del sindacato e ad assumere decisioni conseguenti. ABonanni, però, pare non bastare. «È un fatto positivo che Epifani dica che punirà chi sbaglia», premette in un’intervista a Radio Vaticana, «però, mi permetto di dire che farebbe bene a ritornare indietro con la moviola e rivedersi tutti i cartelli che ingiuriavano la Cisl per dire ai suoi che quelle cose sono sbagliate e sono il carburante per accendere situazioni con l’inserimento di elementi davvero molto pericolosi». Cartelli «che istigavano all’odio». Errori da rivedere alla moviola, dunque. E a queste parole Epifani, a Lucca per inaugurare una nuova sede, sceglie di non replicare. Per non alimentare la polemica. E perché, probabilmente sarebbe stato costretto a puntualizzare che una cosa sono gli attacchi e gli assalti violenti alle sedi sindacali, altra cosa è il confronto anche aspro su posizioni non condivise, il dissenso ad esempio, sulla politica contrattuale portata avanti da Cisl e Uil. Il fatto è che gli episodi degli ultimi giorni non seguono solo gli accordi fatti senza la Cgil, ma anche quegli spiragli di dialogo che il sindacato di Corso d’Italia è riuscito faticosamente a riaprire con la Confindustria con l’intenzione di ridiscutere un nuovo modello contrattuale e possibilmente regole sulla rappresentanza e la democrazia sindacale che potrebbero garantire, in caso di divisioni, il pluralismo sindacale caro alla Cisl e su cui anche ieri Bonanni si è soffermato. I fatti di questi giorni saranno oggetto di un chiarimento interno alla Cgil. Lunedì Epifani incontrerà il leader Fiom Maurizio Landini il quale ha preso le distanze dagli episodi di intolleranza ma, allo stesso tempo, mette in guardia sulle eventuali espulsioni dal sindacato che Epifani non ha escluso possano esserci. «Non risolvono il forte disagio sociale», ha detto il numero uno delle tute blu, precisando però che nessuna azione è stata organizzata dalla Fiom. Perché, ha detto, «non è nella nostra cultura ed è contro l’interesse delle persone che lavorano». Inoltre, la Fiom di Bergamo sostiene che alla manifestazione di giovedì scorso alla Same di Treviglio contro la sede locale della Cisl «c’erano anche alcuni iscritti alla Fim-Cisl». Lo afferma Eugenio Borella, segretario generale della Fiom-Cgil di Bergamo, indicato come responsabile dei fatti, perché alla guida del corteo. Il ministro del Lavoro, Maurizio sacconi, il regista delle divisioni sindacali, chiede «fermezza » verso i i «cattivi maestri», che vanno «isolati e delegittimati» e si fa promotore di un’espressione di solidarietà alla Cisl da parte del Consiglio dei ministri riunito ieri. In questo clima, Cisl e Uil stanno preparando la manifestazione che domani li vedrà in piazza a Roma. «Meno fisco per il lavoro. Più lavoro per l'Italia» lo slogan dell’appuntamento per cui le due confederazioni non si stanno risparmiando. Cinque treni straordinari, tre aerei charter, una nave dalla Sardegna e circa mille pullman arriveranno nella Capitale sin dalle prime ore dell’alba, oltre ai partecipanti che useranno mezzi propri.